Concorso straordinario, dal Tar un punto a favore delle prove suppletive: ministra Azzolina sconfessata

La decisione del Tar del Lazio riguarda solo un caso specifico, ma quanto deciso dai giudici amministrativi sulle prove suppletive del concorso straordinario potrebbe davvero mettere in difficoltà politica la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
I docenti, che non hanno potuto sostenere la prova del concorso straordinario, devono avere una seconda possibilità, dunque poter effettuare la prova suppletiva. Viene così smentita l’impostazione ostativa del ministero dell’istruzione, forte anche di un parere della Funzione Pubblica.
Adesso, dunque, cosa accadrà? Il bando del concorso straordinario non prevede una seconda chance per coloro che sono stati impossibilitati a partecipare alla prova, anzi, il ministero dell’istruzione finora ha sempre escluso l’apertura a sessioni suppletive. In relazione all’ipotesi eccezionale della pandemia, però l’interessato non può violare l’obbligo di quarantena. Non pare, quindi, che si possa precludere al candidato di concorrere al concorso, qualora ricorrano circostanze non imputabili né prevenibili dallo stesso cittadino. Tra l’altro la prova suppletiva non compromette lo svolgimento delle prove di esame.
La decisione del tribunale amministrativo apre la strada a iniziative analoghe di chi si trova nella stessa situazione. C’è la concreta possibilità, quindi, che tutti gli insegnanti impossibilitati a partecipare per ragioni della pandemia di ritornare in campo. Il problema degli aspiranti docenti in quarantena e in isolamento fiduciario si porrà, così come segnala Italia Oggi, per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria ed è destinato a riproporsi anche in modo più massiccio in occasione delle prove del concorso ordinario.
La situazione, purtroppo, si è aggravata e dunque il Ministero, adesso, dovrà pensare ad una via di uscita. I sindacati, per risolvere il problema chiedono l’accesso ai ruoli tramite lo scorrimento di una graduatoria con esame orale al termine del primo anno, ma su questo la ministra Azzolina tiene duro. Un braccio di ferro, purtroppo, destinato a durare.