Concorso secondaria PNRR2, quesito annullato. Veramente non c’era la risposta corretta? Lettera

inviata da Gianluca Savarese – Gentile Ministro, con la presente desidero esprimere il forte dissenso nei confronti del comunicato di mercoledì 8 aprile riguardante la predisposizione di una prova suppletiva del concorso docenti PNRR2. Tale provvedimento prevede l’annullamento del quesito numero 4, somministrato nella prova della sessione pomeridiana del 27 febbraio 2025, adducendo come motivazione l’assenza di una risposta corretta tra le quattro proposte ed infine procedendo alla decurtazione dei due punti relativi al quesito a prescindere dalla risposta data.
Questo provvedimento ha prodotto in me- e credo anche nei miei colleghi- un profondo sentimento di ingiustizia per le motivazioni che seguono:
1.Decurtazione dei punti anche per coloro che hanno risposto correttamente
Nel comunicato voi scrivete che non vi era alcuna risposta corretta, ma questo non è vero. La risposta corretta era presente ma era errato solo il nome di battesimo dell’autore, dunque, per chi come me era preparato sull’argomento ha saputo individuare la corretta relazione tra la teoria indicata nel quesito ed il cognome dell’autore ed ha quindi risposto con piena consapevolezza, individuando addirittura il vostro errore, il che attesta una conoscenza a maggior ragione approfondita.
È sicuramente ragionevole dare l’opportunità di ripetere il quesito a coloro che hanno risposto in maniera sbagliata in quanto il nome di battesimo errato poteva essere fuorviante, ma allo stesso modo è profondamente ingiusto penalizzare coloro che proprio grazie ad uno studio approfondito hanno compreso che si trattava di un mero refuso e lo hanno superato rispondendo correttamente e -me lo consenta- mostrando una preparazione maggiore di chi ha predisposto i quesiti.
In ultima analisi, a riprova che la risposta corretta c’era ma che era solo il nome di battesimo dell’autore a non essere corretto, lo dimostra il fatto che in prima battuta avete assegnato due punti alla risposta “Milton Erikson” e dunque appare chiaro che nell’intento di chi ha predisposto il quesito vi era quello di accertare la conoscenza della relazione tra il concetto di “diffusione di identità” e dell’autore che se ne è occupato ossia “Erik Eikson”. Forse lei potrà obiettare che qualcuno abbia risposto con un po’di fortuna affidandosi al caso, ma questo non può avvenire anche per altri quesiti? e poi non vale sempre il principio che non sia giusto punire chi agisce correttamente anche se questo comporta che qualcuno possa trarne indebitamente un vantaggio?
2.Permessi lavorativi e spese di viaggio
Sempre nel comunicato in oggetto emergono chiaramente i soggetti che hanno predisposto le prove e che sono dunque responsabili di questo grave errore, infatti in un passo del documento leggiamo “Tali quesiti sono stati predisposti dall’università incaricata a seguito di apposito avviso pubblico e, successivamente, validati dalla Commissione nazionale di cui all’art. 9, comma 4, del decreto ministeriale n. 205 del 2023 composta da docenti universitari, dirigenti tecnici, dirigenti scolastici e docenti”
Nonostante questa implicita ammissione di responsabilità appare però chiaro che le conseguenze ricadono interamente sulle spalle dei malcapitati candidati: da un lato dite che per salvaguardare il principio della par condicio e la tutela degli interessi dei candidati annullate il quesito e, dall’altro lato, dite che chi decidesse di non partecipare potrà mantenere lo stesso punteggio meno quello del quesito annullato. Questo significa che il candidato che voglia vedere riconosciuto il suo diritto di avere giustizia “DEVE” partecipare alla prova suppletiva.
Non si tratta di una decisione libera senza conseguenze. I termini da voi posti mi sembrano del tutto scorretti poiché così come l’errore è stato fatto sotto il coordinamento dei lavori del Ministero allo stesso modo le conseguenze che ne derivano devono essere a carico di chi l’errore lo commette e non di chi lo subisce, e vengo al punto di quali siano le conseguenze a carico dei candidati: i candidati hanno già sostenuto una prova scritta prendendo permessi retribuiti e affrontando spese di viaggio, vitto e alloggio, tenendo anche presente che molti di essi sono docenti precari che prestano servizio fuori regione con stipendi che a malapena coprono le spese ordinarie per vivere.
Spiegatemi dunque per quale ragionevole motivo i candidati devono sobbarcarsi per una seconda volta tutti questi oneri economici e richiedere altri permessi retribuiti (i precari ne hanno solo tre in un anno) se le responsabilità sono in carico al Ministero?
Nel comunicato si evince ancora una volta un’assenza di sensibilità nei confronti dei precari e dei candidati in generale, non vi è la benché minima forma di supporto nei confronti di chi ha subito un’ingiustizia proprio da parte di che questa l’ha generata; avreste potuto prevedere per esempio per le prove suppletive delle sedi vicine ai luoghi di servizio dei precari che vivono a centinaia di chilometri da casa, concedere dei permessi retribuiti aggiuntivi a chi già ne ha fruiti per la prima prova, invece la vostra risposta è “abbiamo sbagliato però se volete giustizia è tutto a carico vostro”.
Spero vivamente che le motivazioni addotte in questa sede per un dissenso e per un senso di ingiustizia che pervade non solo la mia persona ma anche molti altri colleghi e candidati, possano essere motivo di riflessione per trovare soluzioni più eque e che prevedano forme di supporto per le conseguenze economiche e lavorative che al momento ricadono completamente sulle spalle di chi ha subito gli effetti dell’errore in oggetto e non già a carico di chi invece tale errore lo ha generato. Cordiali saluti