Concorso scuola, tutti contro la prova a “quiz”: cosa c’è da sapere sulla procedura introdotta lo scorso anno

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Negli ultimi giorni non si fa che parlare del concorso ordinario scuola secondaria, delle prove scritte in corso di svolgimento che sta facendo il pieno di critiche e a quanto pare di bocciati. Anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha “scaricato” il modello introdotto con il decreto sostegni bis la scorsa estate, che va ad aggiungersi alle proteste di candidati, politici e sindacati.

E’ un concorso che noi abbiamo ereditato dal passato, con una modalità di organizzazione anche delle prove che si è dimostrata non adeguata”, “noi poi andremo verso concorsi annuali“, ha detto Patrizio Bianchi a proposito delle prove del concorso, sottolineando che “questo era l’ultimo passaggio di una storia precedente – aggiunge sul concorso che ha sollevato molte polemiche, definito dai sindacati una specie di terno al lotto – che ha dimostrato tutti i limiti, non c’è nessun dubbio“.

Anche le forze politiche della maggioranza storcono il naso, a partire dalla Lega: “Il fallimento dei test ‘a crocetta’ per selezionare i docenti, in alcuni casi con oltre il 90 per cento di bocciati, era prevedibile. È vero che fanno risparmiare soldi e tempo all’Amministrazione, ma sul risultato gioca un ruolo preponderante la fortuna. Non a caso la nostra proposta di riforma del reclutamento degli insegnanti già consegnata al ministro, li esclude”, ha detto ad Orizzonte Scuola Tv il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.

Attacco al concorso e allo stesso Bianchi arriva anche dal M5S, con l’ex Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in testa: “Veramente stupita, sono parole molto avventate. Spero si tratti di una svista, altrimenti vuol dire che il Ministro firma atti a sua insaputa”, dice la deputata pentastellata.

E ancora: “Nel 2020 abbiamo bandito un concorso a cui hanno fatto domanda 500 mila persone, in gran parte giovani e giovanissimi, che avrebbero dovuto confrontarsi con due prove scritte a risposta aperta. Allo stesso modo, anche per il concorso straordinario avevamo previsto una prova scritta eliminando proprio il quiz. Poi, però, col decreto 73 del maggio 2021 e gli atti attuativi del dicastero guidato da Bianchi, si è passati al quiz per tutti. Anche il concorso Stem, sempre a crocette, è stato bandito dal suo Ministero. Tutte scelte che si sono rivelate sbagliate”.

I risultati, per certi versi drammatici, dei test a risposta multipla del concorso ordinario che si stanno svolgendo, dimostrano che le prove di accesso devono essere ben calibrate rispetto all’obiettivo – svolgere un efficace accesso al ruolo – e alle caratteristiche formative dei candidati“, scrive il Partito democratico in una nota a firma della responsabile scuola Manuela Ghizzoni.

Fuori dalla maggioranza, Fratelli d’Italia non ha dubbi: “Assurdo assistere alla mannaia calata su tantissimi candidati che attendevano da anni questo concorso. Le risposte multiple a domande incomprensibili e con opzioni di risposta che inducono facilmente all’errore, non sono il metodo giusto per selezionare la preparazione e la competenza dei nostri docenti. Non si può continuare a distruggere il nostro sistema scolastico e accanirsi sulla vita di tantissimi professionisti“.

La modifica della procedura con il decreto sostegni bis

Bisogna ricordare che il concorso ordinario scuola secondaria (come quello per l‘infanzia e primaria) era stato già bandito nel 2020 con una struttura diversa: due prove scritte e una orale. Era prevista anche una prova preselettiva “nel caso in cui il numero dei candidati sia superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso e comunque non inferiore a 250”, recitava il vecchio bando del 2020.

Poi la modifica della struttura delle prove contenuta nel decreto sostegni bis ovvero il decreto legge n.73 del 2021, che introduce la prova scritta a risposte chiuse computer based prima di una prova orale. Un modello che segue la strada della semplificazione dei concorsi pubblici voluta dal Mnistro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta.

Ed è qui dunque che nasce il concorso a quiz al centro della polemica di questi giorni. Struttura che era stata battezzata per entrare all’interno della riforma del reclutamento da effettuarsi nell’ambito del Pnrr: infatti, nella relazione relativa agli interventi sul Pnrr elaborata dal Governo a fine 2021, si diceva espressamente che una prima parte della riforma del reclutamento è contenuta nell’articolo 59 del decreto legge n.73 del 2021.

 

Altro passaggio da ricordare che ha portato il “quiz” nei concorsi per docenti è  il decreto che disciplina le nuove regole dei concorsi ordinari, firmato da Patrizio Bianchi lo scorso 9 novembre 2021.

Dunque il ministro Bianchi avrà cambiato idea e la struttura del concorso a crocette, così come previsto dal decreto sostegni bis, non andrebbe più bene per la riforma del reclutamento degli insegnanti. Riforma prevista entro l’estate 2022, come annunciato di recente dallo stesso Ministro dell’Istruzione.

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