Concorso ordinario secondaria, il Tar Lazio ordina le prove suppletive per decine di candidati a suo tempo in quarantena

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L’amministrazione scolastica dovrà fare svolgere a chi era in quarantena da Covid, e non si era potuto presentare alle verifiche fissate dal Ministero, delle prove suppletive del concorso ordinario organizzato per assumere 32.000 nuovi docenti su posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado previsto dal decreto n. 499/20 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 34 del 28 aprile 2020: l’importante risultato è stato voluto e raggiunto dai legali Anief, in difesa di decine di docenti candidati in più regioni italiane, la cui tesi è stata ritenuta corretta dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (terza sezione bis). Il concorso, ricordiamo, prevede lo scritto e poi un’orale di non oltre 45 minuti.

Il Tar del Lazio, accogliendo l’istanza cautelare, ha disposto un’Ordinanza nella quale spiega che “considerato che la parte ricorrente, posta in quarantena per motivi attribuibili ai provvedimenti adottati dall’autorità sanitaria in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19, non hanno potuto partecipare alla prova concorsuale” per titoli ed esami, “in quanto oggettivamente impossibilitati”, dovrà ora “essere predisposta una sessione suppletiva quando ci saranno le condizioni di sicurezza sanitaria”.

“Abbiamo portato a casa l’ennesima vittoria di giustizia – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché non era possibile escludere dei candidati costretti a stare a casa perché positivi al Covid. Si tratta di una motivazione eccezionale che necessita di risposte eccezionali, invece ancora una volta l’amministrazione si è chiusa nel suo ‘fortino’ di norme e di burocrazia. Noi però potevamo accettare questo sopruso e abbiamo portato la questione dal giudice. Che ha giustamente permesso l’organizzazione di prove aggiuntive. Ancora una volta possiamo dire che, sempre grazie ad Anief, alla lunga la giustizia ha avuto il sopravvento sull’indifferenza e le rigidità amministrative”, conclude Pacifico.

Sentenza

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