Concorso ordinario insegnanti di religione cattolica, per alcuni potrebbe dire uscire fuori dal mondo del lavoro. Lettera
inviata da Antonio Scala – Ill.mi onorevoli deputati e senatori, scrivo in merito all’ emendamento dell’onorevole Toccafondi, riguardo il concorso degli insegnanti di religione cattolica.
Sono il marito di una di queste insegnanti; uscito dal mondo lavorativo nel 2007, non più rientrato perché considerato vecchio da questa società alle età di 50 anni; quindi famiglia monoreddito che vive solo dello stipendio della moglie.
In questi anni il tenore di vita della mia famiglia è calato sempre di più. Io pur non avendo più dignità lavorativa, ho continuato a sorridere (anche se il cuore piangeva); e le mie figlie non si sono mai accorte di questa difficoltà.
Per il loro benessere, io e mia moglie abbiamo rinunciato Ad un paio di scarpe nuove, alle cure dentistiche e a tante altre cose che non sto qui a dire.
Tutto questo per il bene della famiglia. Ora con l’approvazione di questo emendamento, è ritornata in noi la paura provata nel 2007 la paura di chi può trovarsi all’ improvviso senza reddito. Leggo negli occhi di mia moglie la disperazione di chi si trova all’improvviso e senza demerito, in una situazione di grande frustrazione. La vedo non dormire la notte, e provo vergogna per la mia incapacità di mantenere una famiglia.
Non le faccio vedere le mie lacrime, e le infondo coraggio dicendole che tutto si metterà per il verso giusto.
A voi che guardate il mondo dall’alto di un castello io chiedo: se la repubblica italiana, riconosce a tutti il diritto al lavoro e promuove condizioni che rendono effettivo questo diritto; voi questo diritto perché lo state togliendo?
Mi chiedo perchè questi cittadini italiani con età che va dai quaranta in su, che da molti anni insegnano nella scuola italiana sono costretti a fare un concorso non avendo più le condizioni mentali e fisiche di un giovane.
Vi faccio notare che molti sono vincitori del concorso del 2004 e altri insegnano da tanti anni e che l ‘idoneità è riconosciuta dall’ordinario diocesano per concordato.
Chiedo ancora a tutti voi al di la del credo o della appartenenza politica di non spegnere le speranze di tanti uomini e donne che con fedeltà e abnegazione lavorano nelle scuole italiane insegnando ai nostri figli quella moralità e onestà che va sempre più scomparendo da questo paese.
Non per un atto di giustizia ma per un atto di equità vi chiedo di modificare le norme concorsuali permettendo a questi precari storici di avere la serenità che il lavoro non gli venga tolto.
Il Dio in cui credo benedica voi e le vostre famiglie, buon natale e sereno anno nuovo.
Un padre di famiglia e marito di una di queste insegnanti.