Concorso ordinario 2022: una presa in giro per noi docenti. Lettera

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inviata da  Anna Moscatelli docente di Brescia Lunedì 22 Marzo 2022, Varese… 10 donne di varia età, ognuna un proprio bagaglio di esperienza, entriamo puntuali in aula per affrontare la prova relativa alla classe di concorso A022… in attesa della password per iniziare la nostra prova ci concediamo una breve conversazione.

Siamo già tutte docenti con esperienza di insegnamento ed è comune la demoralizzazione per il test che stiamo per iniziare dato che dalle informazioni ricevute dai gruppi “esaminati” prima di noi, anche delle precedenti classi di concorso, emerge che la maggior parte dei partecipanti viene bocciata.

Sono presenti alcune professoresse del liceo che ci ospita e tutte sono solidali al nostro stato d’animo, condividendo lo stupore di vedere una prova così complessa e poco attinente al lavoro che dovrebbe essere basato su principi differenti rispetto a questo Quiz, confessano che loro stesse, alcune con molti anni di esperienza, non sarebbero in grado di rispondere ad una parte delle domande sentite nella precedente sessione.

Arrivano le password ed iniziamo la prova che si concluderà con il risultato di 10 bocciate su 10 partecipanti… sorridiamo amaramente e deluse usciamo dall’aula a noi dedicata. Tutte comunque pronte ad entrare nelle nostre aule il giorno successivo, interessate a continuare con la consueta passione il lavoro che il Quiz, finito poco prima, ci ha considerate non abilitate a svolgere.

Da 16 anni insegno italiano in una scuola paritaria a Brescia, scuola che ha saputo distinguersi per la specializzazione verso i disturbi audiologici, ho una laurea in Lettere, ottenuta con il massimo punteggio, un corso di specializzazione universitario, sono stata docente in laboratori di didattica dell’italiano per l’Università di Bergamo nei corsi di specializzazione per il sostegno, ho partecipato con interventi specifici in tavole rotonde e corsi per l’inclusione ed accessibilità scolastica, eppure non ho potuto spendere le mie competenze nel test proposto.

Per prepararmi, o pensavo di farlo, ho rispolverato i miei libri universitari di Letteratura Italiana, di Storia e Geografia, ho approfondito lo studio con libri dedicati alla scuola secondaria di primo grado così da mantenere coerenza al Piano Nazionale sulle competenze e gli obiettivi legati alle mie materie.

Alcune domande, a mio avviso, non hanno minimamente tenuto conto di cosa venga insegnato durante l’anno ai ragazzi, sembravano domande estratte attingendo da Wikipedia con richieste eccessivamente dettagliate, come ad esempio saper individuare il Canto di appartenenza attraverso la lettura di 3 versi della Divina Commedia, oppure essenziale ricordarsi che una particolare equazione matematica serve per calcolare il rapporto tra la densità della popolazione e le risorse del territorio, informazione valida da conoscere, ma forse poco utile a valutare il valore professionale di noi docenti, anche perché questo non rende gli studenti di 11 anni capaci di leggere o meno una cartina geografica…

Mi chiedo se chi ha elaborato questo strumento di valutazione abbia dato importanza alle capacità metodologiche-didattiche che chi insegna dovrebbe utilizzare per permettere ad ogni studente di raggiungere le competenze e gli obiettivi previsti a favore di un apprendimento solido e positivo, oppure veda nell’insegnamento un meccanico strumento pensato per favorire uno studio mnemonico e sterile di testi e di conoscenze generalizzate, perché penso che questo aspetto fine a sé stesso non trovi riscontro nella realtà della scuola, dato che il nostro essere insegnanti è composto da un approccio molto più ampio e coinvolgente.

Ovviamente non smetterò di entrare in classe e svolgere il mio lavoro con passione, ma non posso negare di essermi sentita presa in giro, non posso non pensare a quanti colleghi vivono la delusione di questa esclusione senza che abbiano avuto la possibilità di dimostrare le proprie effettive competenze.

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