Concorso DS: una faccenda di rispetto della dignità personale, umano-razionale e professionale
di Domenico Piperis – La correzione degli elaborati della prova pre-selettiva è finita e, come previsto, sono iniziati i ricorsi contro sia il bando concorsuale sia le modalità di svolgimento della prova stessa. Essendo io stesso parte in causa, ritengo doveroso partecipare, con le seguenti riflessioni, al dibattito in corso.
di Domenico Piperis – La correzione degli elaborati della prova pre-selettiva è finita e, come previsto, sono iniziati i ricorsi contro sia il bando concorsuale sia le modalità di svolgimento della prova stessa. Essendo io stesso parte in causa, ritengo doveroso partecipare, con le seguenti riflessioni, al dibattito in corso.
Innanzitutto, posto come impossibile per chiunque mantenere la giusta concentrazione durante una prova se, oltre a rispondere ai quesiti, gli si chiede di fare il “lavoro sporco” di ricercarseli entro un” mattone” cartaceo – dal momento che questa operazione funge da distrattore ancor più efficace rispetto a quelli già inseriti (in malo modo) nelle possibili risposte – diversi sono per giunta anche i motivi elencabili al fine di esplicitare e dimostrare l’ingiustizia della procedura pre-selettiva in questione.
Citiamone, appunto, qualcuno in ordine sparso:
Far svolgere la prova pre-selettiva dopo soli cinque giorni dalla “scoperta” che ben più di 900 quesiti erano errati o ambigui o contenenti errori di ortografia; insomma un numero così grande da generare il sospetto che di domande errate potevano essercene molte di più. In queste condizioni è legittimo (oltrechè doveroso) domandarsi: <<su che cosa ci siamo esercitati?>> Rispondiamo che l’esercitazione non è avvenuta per certo attorno a qualcosa che a posteriori possa risultare un ottimo spunto di riflessione… seppur molti nella mistificazione della situazione sono stati condotti ad appoggiare questa inadeguata definizione;
Far trascorrere 4 lunghe ore di tempo, dopo la fase di registrazione dei candidati, prima di consegnare la scheda contenente i numeri di identificazione delle 100 domande e il foglio a lettura ottica per le risposte (un lasso di tempo eccessivo che pone seri dubbi sulla tanto esaltata segretezza dei dati);
Aver consentito a candidati in possesso di smartphone e computer portatili l’accesso alle sedi d’esame e per giunta averne permesso loro l’uso durante le suddette quattro ore di attesa;
Aver utilizzato un foglio a lettura ottica anonimo per la trascrizione delle risposte ai quesiti;
Aver consentito la riapertura, a prova terminata, delle buste contenenti il foglio a lettura ottica e il cartoncino anagrafico (questa operazione espone al rischio di smarrimento o di scambio dei fogli stessi);
Aver stampato un librone contenente tutti i quesiti, ivi compresi quelli che il MIUR aveva bollato come errati;
Non aver previsto il recupero del tempo che si rischiava di perdere quando, durante la prova, a causa di un evento imprevisto (p.e. lo squillo di un telefonino!?), la commissione di vigilanza era costretta a sospendere la prova per chiarire il caso (ad esempio, questo è proprio accaduto nell’aula dove ho svolto la prova, la quale è stata momentaneamente sospesa al fine di individuare il telefonino e farlo spegnere… tuttavia c’è altresì da aggiungere che alla sorveglianza è mancato paradossalmente proprio il tempo per poter mettere a verbale l’accaduto).
Somministrare 100 quesiti dei quali, a giudizio degli esperti dell’ANIEF, ben 38 risultano errati.
e qui mi fermo senza essere stato del tutto esaustivo.
Si potrà obiettare che, nonostante tutto ciò, il 27% circa dei candidati sono stati dichiarati idonei ma, a sentire quelli che a prova conclusa erano già sicuri di averla superata, ciò è stato possibile perché spesso essi riuscivano ad individuare le risposte esatte senza nemmeno finire di leggere le relative domande, guadagnando così del tempo prezioso per affrontare le successive. Questione soltanto di una memorizzazione visiva forsennata e indifferenziata, svincolata quasi del tutto dal ragionamento ma anche dal bagaglio culturale di una persona, doti queste che dovrebbero costituire invece il discriminante per una selezione autentica (infatti, il bagaglio culturale si forma progressivamente nell’individuo durante l’intero arco esperienziale di una vita, e non a seguito dell’apprendimento mnemonico di quesiti tra l’altro per nulla pertinenti alle reali mansioni che un Ds si ritrova poi a svolgere sul posto di lavoro).
Ripeto: cosa centra questa procedura con l’accertamento delle competenze di un futuro DS?
In sintesi, per superare la prova pre-selettiva non serviva nessun significativo studio preparatorio ma solo un ripetitivo esercizio mnemonico e, immancabilmente, tanta fortuna. Infatti, chi non è riuscito a piegarsi a siffatta coercizione psichica (e, presumo, nonostante l’impegno, ops… chiedo scusa, volevo dire lo studio profuso), non l’ha superata pur avendo studiato le varie tematiche.
È stata soprattutto, ma non solo, la penuria di tempo a disposizione dei candidati a decretare l’insuccesso di molti di essi (a tale riguardo mi piacerebbe proprio mettere alla prova uno degli esperti del FORMEZ, l’ente organizzatore della prova, per convincermi che i 100 minuti messi a disposizione gli permetterebbero non solo di terminare la prova ma anche il tempo di andare a prendersi un caffè al bar!!).
Su tutto, poi, bisogna avere il coraggio di affermare che le modalità di svolgimento della prova pre-selettiva hanno offeso tutti i docenti , i quali avrebbero dovuto fin da subito indignarsi e astenersi dal parteciparvi (magari, in questa decisione epocale, se aiutati, una volta tanto,dai sindacati di categoria che erano a conoscenza di questa modalità del tutto inopportuna di somministrazione dei quesiti).
Purtroppo, nonostante l’evidenza dei fatti e l’opinione di illustri personaggi che si sono dichiarati contrari a tale prova, c’è ancora qualcuno che ne difende la liceità e, come se non bastasse, fa anche appello al TAR affinché rinunci a fare il proprio dovere per accontentare gli idonei, i soli ad aver dimostrato serietà e impegno.
Mi chiedo come si può arrivare a tanto? Come si fa a sostenere che gli idonei siano tutte persone serie, studiose, preparate e… ,a questo punto, pure sante, mentre i non idonei siano tutto il contrario? È morale, poi, ritenere in ogni caso valida (vale a dire imparziale, senza errori e adeguata) una prova -pur sapendo, ormai, che non lo è stata affatto- solo perché tutti siamo stati sottoposti fin dall’inizio alle stesse regole del gioco?
A parte che non tutte le regole del gioco (perché sembra che la prova si sia rivelata un gioco di mosse e nient’altro) erano state dichiarate nel bando (per es. l’uso del librone), e poi avrebbero potuto mai avere i non idonei la possibilità di conoscere ex ante tali modalità di svolgimento, cioè senza prendervi parte? Forse per il FORMEZ i candidati avrebbero dovuto fare uso anche di capacità preveggenti.
Suvvia, smettiamola di prenderci in giro e ammettiamo che l’obiettivo della prova pre-selettiva era ridurre il numero dei concorrenti sparando nel mucchio, per nulla al contrario quello di valutarne le reali capacità e competenze. Solo così è spiegabile -ma NON GIUSTIFICABILE- la superficialità con cui è stata realizzata e propinata la batteria dei quesiti selettivi.
Gli idonei, quelli davvero seri e preparati, non avranno nessuna remora a confrontarsi con i non-idonei e perché rispetto a loro essi sono per ipotesi impreparati e giacché così facendo potranno di più far risaltare preparazione e competenza.
Infine, rivolgo un appello a tutti i docenti affinché la smettano di schierarsi con l’uno o l’altro fronte scambiandosi insulti. A titolo diverso, tutti abbiamo dei diritti da difendere, ma ciò non deve avvenire a danno della categoria che, al contrario, oggi più che mai ha bisogno di unirsi a maggior ragione per non subire ancora di queste umiliazioni.
Da ciò l’ineludibilità e l’improcrastinabilità dell’atto di ricorso.