Concorso docenti religione cattolica, Zangrillo rassicura: “DPCM per assunzione di 6.428 insegnanti”

Il Governo predispone il tutto per l’assunzione degli insegnanti di religione cattolica che parteciperanno al prossimo concorso dedicato. La conferma arriva direttamente dal Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, nel corso di un’intervista rilasciata a La Repubblica.
Alla domanda in merito alle prossime assunzioni nel pubblico impiego, Zangrillo ha risposto: “Stiamo lavorando alle assunzioni di 13.518 unità delle forze armate, 6.476 per amministrazioni varie e 245 segretari comunali, figura indispensabile per i Comuni“.
Ma soprattutto, il Ministro ha evidenziato che “sono in definizione 2 Dpcm per un concorso per 6.428 insegnanti di religione cattolica e 14.438 docenti“.
Per quanto riguarda 14.438 docenti, questa è la quota relativa all’integrazione dei posti prevista per il concorso straordinario ter.
Invece, 6.428 insegnanti di religione cattolica è proprio la quota di docenti prevista per il concorso in arrivo nei primi mesi del 2024, come spiegato in precedenza.
Il decreto PA bis e le regole del concorso
Come scritto in precedenza, ricordiamo che il decreto PA bis approvato l’estate appena passata, ha definito alcune novità in merito, ovvero la quota percentuale alle assunzioni da realizzarsi con procedura straordinaria viene innalzata dal precedente 50% al 70%, rispetto a quelle previste con concorso ordinario, che invece avrà una quota del 30%.
Complessivamente è stato previsto un concorso ordinario e straordinario di religione cattolica per 6.442 posti.
L’articolo 5, comma 3 D.L. 198/2022 del Milleproroghe 2023, ha riallineato i due trienni di riferimento per le assunzioni a quello della procedura straordinaria 2022/2025 e ha prorogato la pubblicazione dei due bandi entro l’anno 2023.
Per quanto riguarda il concorso per insegnanti di religione cattolica, il 14 dicembre 2020 è stata siglata l’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI per far partire il nuovo concorso di religione cattolica,previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19.
Il requisito principale di accesso è il possesso per i candidati della certificazione dell’idoneità diocesana: “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso”.
Tuttavia, il testo dell’intesa ricorda che i posti messi a bando nella singola Regione per il “personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’Ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione” corrispondano a quanto stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019“.
Pertanto, dei posti messi a concorso il 70 per% dei posti potrà essere riservata al personale docente di religione cattolica, sempre in possesso del riconoscimento di idoneità diocesana, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.
Sulla questione, come riportato in precedenza, è intervenuto Orazio Ruscica, segretario dello Snadir, che ha tuonato: “Siamo indignati di fronte alla decisione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di prorogare la pubblicazione dei due bandi, ordinario e straordinario. Ci troviamo di fronte all’ennesima manovra politica che agisce alle spalle di un’intera categoria di docenti invece di investire su un sistema scolastico che restituisca giusta attenzione al loro ruolo e alla corretta educazione degli studenti”.
“Noi – afferma ancora Orazio Ruscica – ribadiamo una sola richiesta: Stabilizzazione con immissione in ruolo di tutti i docenti precari di Religione. Non staremo con le mani in mano a subire angherie. Siamo al lavoro per iniziative incisive, tempestive e vincenti, per opporci a questa scelta vergognosa comunicata dal Governo”