Concorso Dirigenti scolastici, le “quote blu” fanno discutere. Ecco le percentuali per genere tra uomini e donne per Regione

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Le quote rosa non fanno discutere, le quote blu sì: a guardare quanto successo ieri dopo che la nostra redazione ha anticipato che per il prossimo concorso a Dirigente scolastico in caso di parità di punteggio, si darà priorità in tutte le regioni d’Italia tranne la Sardegna.

Come stanno le cose, la norma e le statistiche

Una misura che riguarda tutti i concorsi pubblici, introdotta dal d.P.R. n. 82 del 16 giugno 2023. Norma che introduce una specifica previsione per garantire l’”equilibrio di genere” nelle Pubbliche Amministrazioni. Nel caso specifico del settore scolastico, data la predominanza femminile, l’equilibrio ha assunto il colore blu, anziché rosa.

Ad indicarne la necessità per il raggiungimento dell’equilibrio di genere nel settore scolastico sono i dati statistici del settore, che nel caso della Dirigenza risultano a vantaggio del genere femminile. I dati risalgono al dicembre 2022.

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La quota blu scatterà nelle Regioni laddove il differenziale fra i generi sia superiore al 30 per cento, a parità di titoli e di merito, e in assenza di ulteriori benefici previsti da leggi speciali, si applica la preferenza in favore del genere meno rappresentato in sede di scorrimento della graduatoria.

Nel caso specifico, l’unica Regione che non vedrà scattare la cosiddetta “quota blu” sarà la Sardegna che ha un differenziale intorno al 24%

Scatta il dibattito

Diverse posizioni sulla quesitone, dalla condanna, ad una difesa, per passare ad una critica. Così, il presidente nazionale di DirigentiScuola ha criticato questa misura, sostenendo che, se si vuole veramente equilibrare le quote di genere, dovrebbero essere ripristinati i concorsi separati per uomini e donne. “Stando ad un semplice metodo statistico, – ha dichiarato all’ANSA – considerato per partecipare al concorso bisogna essere docente e che oltre il 90% dei docenti è composto di donne, le candidate al concorso saranno quasi tutte donne. In una graduatoria di 587 posti, gli uomini saranno pochissimi. Anche dando loro la precedenza, a parità di punteggio i maschi saranno pochissimi.

Dall’altro lato, Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio, difende, invece, il principio di parità di genere nella pubblica amministrazione e sottolinea che la “quota blu” è una misura di tutela per il genere sottorappresentato. Ha sollevato la domanda su perché ci siano così pochi insegnanti maschi interessati a diventare dirigenti scolastici e ha notato che in alcune facoltà universitarie ci sono segni di un aumento del numero di studenti maschi nelle discipline educative, suggerendo che potrebbe esserci un cambiamento in atto.

La UIL si è posta in una posizione critica ritenendola una “sovrapposizione burocratica” che non tiene conto dell’esperienza, delle capacità e delle attitudini dei candidati. Ha definito la preferenza per il genere maschile come una “falsa uguaglianza” e ha sottolineato che la professionalità del personale scolastico non dovrebbe essere misurata in base al sesso. Ha annunciato la necessità di una revisione delle nuove norme.

L’intervento della Gilda mette il dito nella piaga, e lo fa con una battuta: “Il problema delle quote blu e trovare i concorrenti di sesso maschile”, così il Coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio,  “Non credo – sottolinea Di Meglio All’Adnkronos – che cambierà la situazione di nettissima prevalenza femminile. I maschi – afferma – si sono allontanati dalla scuola soprattutto per le retribuzioni troppo basse, rispetto a qualsiasi altro impiego“. E annuncia la volontà di chiedere una revisione della bozza.

Sulla faccenda è intervenuto anche un esponente della Lega, Mario Pittoni (responsabile scuola), che ricorda come la misura serva a “favorire l’equilibrio di genere previsto dal d.P.R. n. 82 del 16 giugno 2023“, ricordando che “lo stesso criterio sarà applicato anche ai concorsi per docenti“. Sottolineando, altresì, che “in ambedue i casi, comunque, la regola vale solo a parità di punti.”

Il Ministero

Da canto suo il Ministero ha emanato una nota, con la quale chiarisce che “non è stata prevista nel bando alcuna riserva a favore dei candidati di genere maschile ma solo una preferenza che non sovverte l’ordine di graduatoria dei vincitori del concorso”.

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