Concorso Dirigenti Scolastici, candidati non ammessi non hanno ancora ricevuto spiegazione. Lettera
inviata da Prof.ssa Annamaria Mezzolla – Ebbene sì, senza nulla togliere a chi meritoriamente ha superato la prova scritta in questo forsennato e sovraffollato assalto alla Dirigenza, lo stupore e la delusione con cui uomini e donne di scuola (collaboratori, componenti di staff, funzioni strumentali, gente insomma che quotidianamente mastica di cose di scuola, assumendosi spesso responsabilità in scuole in reggenza da anni…) , hanno accolto la notizia della non ammissione all’orale , sono stati grandi e inaspettati.
Cosa non ha funzionato? In cosa non ho funzionato? Le ipotesi su come siano andate le cose si sprecano. E’ vero che al nord sono più bravi se la percentuale dei promossi è più alta? Quali commissari senza volto e senza nome, hanno corretto (random) le prove chissà come, chissà dove?
La prova: 5 quesiti su aspetti/problemi legati alla funzione dirigenziale su cui argomentare in modo sintetico ed esaustivo, una prova di lingue costituita dalla comprensione di due brani mediamente lunghi, con 10 risposte a scelta multipla. 150 minuti al pc. Una prova più che abbordabile, se si pensa che, in un tempo assegnato così maledettamente ristretto e proibitivo, per chi mediamente sa di scuola, risulta difficile sparare cialtronerie almeno quanto sviscerare in modo approfondito le tematiche affrontate. Ci si chiede , allora, quale sia stato quel “quid”, il discrimine fondamentale tra una prova completamente svolta considerata sufficiente ed una che non è stata considerata tale.
Ci si chiede se tra le 38 commissioni, difformi per composizione, nonchè caratterizzate da un notevole tasso di commissari dimissionari in itinere, sia stata garantita equità e uniformità di trattamento tra i candidati. Se i criteri di correzione convenuti lo consentissero o meno. Se i 150 minuti assegnati per l’espletamento della prova fossero un tempo congruo o deciso piuttosto per umiliare e punire, non consentendo la pratica della riflessività e della revisione concettuale tipiche della scrittura professionale. Scoprire che si sia cascati su un refuso o un codicillo sarebbe semplicemente mostruoso e inaccettabile.
Il Miur, intanto, dopo aver pubblicato la graduatoria degli ammessi, tace: le prove dei candidati, e relativi criteri di valutazione, in barba al più elementare principio di trasparenza, non sono ancora visionabili per un riscontro su istanze on line. I sindacati tacciono. Tutto tace. lasciando nel dubbio ammessi e non. E le domande si infittiscono: quando potrò vedere la mia prova? Quando e come potrei far valere i miei diritti qualora riscontrassi qualcosa che non va? Cosa ho per le mani se non dovessi riconoscere la mia prova? E se il sistema informatico avesse fallato?…
Ma soprattutto: le modalità con cui è stato concepito e gestito questo concorso, inclusi i criteri e le modalità di valutazione in atto, garantiranno alla scuola italiana ciò di cui urgentemente necessita per il futuro delle giovani generazioni ? Quando questo Paese riuscirà ad elaborare una cultura della valutazione e della valorizzazione autenticamente meritocratiche e trasparenti, rispettose di competenze reali maturate sul campo, che non lascino spazio a sospetti di alcun genere?