Concorso dirigenti scolastici 2018: cosa succederà ora?
Il Concorso dirigenti scolastici 2018 (indetto con decreto Direttoriale pubblicato nella Gazzetta ufficiale n° 90 del 24/11/2017 per il reclutamento dei 2416 Dirigenti Scolastici) è appena a metà del suo svolgimento ma già promette di passare alla storia come il Concorso dei ricorsi.
Già subito dopo la prova preselettiva c’erano state richieste di ri-ammissione degli esclusi e polemiche basati sul punteggio, sulla data della prova (che non avrebbe dato sufficiente tempo per prepararsi ai docenti impegnati nell’esame di Stato), sui malfunzionamenti tecnologici in alcune sedi etc.
Dopo la prima prova scritta (tenutasi in tutta Italia tranne che in Sardegna, dove è in calendario per il prossimo 13 dicembre) la situazione sembra complicarsi ulteriormente perché sono sorti nuovi potenziali motivi di ricorso. Cosa succederà ora? I candidati si preparano all’orale ma resta l’incognita sulla data di immissione in ruolo di chi passerà il concorso dirigenti scolastici 2018. Intanto gli esclusi chiedono ammissione all’orale per tutti. Facciamo chiarezza su questo ingarbugliato quadro.
Concorso dirigenti scolastici 2018, cosa è andato storto e motivi del ricorso
Sono diverse e di natura eterogenea, le irregolarità segnalate da chi, escluso alla prova scritta, ha manifestato volontà di fare ricorso.
Alcune riguardano lo svolgimento della prova che sembrerebbe non aver seguito linee uniformi in tutte le regioni determinando disparità di trattamento. In questo senso la violazione più grave riguarderebbe la consultazione di manuali contenenti testi di legge, ammessa in alcune commissioni e proibita in altre.
Polemiche anche sugli orari: alcuni docenti hanno minacciato di fare ricorso contro la bocciatura perché, nella loro aula, la prova scritta sarebbe iniziata parecchio tempo dopo le ore 10, orario stabilito dal Ministero.
Nel mirino anche il tipo di prova: il bando prevedeva un test strutturato a quesiti mentre, testimoniano alcuni docenti, nella prova sarebbero stati inseriti due studi di caso che, sulla carta, erano previsti per l’orale.
C’è poi chi fonda il ricorso sul punteggio, invocando uniformità di trattamento con quanto accaduto per chi non aveva superato la prova preselettiva perché aveva ottenuto un punteggio inferiore a 71,70 punti: accolti i primi ricorsi, allo stesso modo dovranno essere accolti i ricorsi di coloro che alla prova scritta otterranno la sufficienza ma non raggiungeranno i 70 punti richiesti dal bando.
Pioggia di ricorsi che rallenta ulteriormente la procedura rendendo sempre più difficile l’immissione a ruolo dei nuovi dirigenti il prossimo settembre 2019.
Su Facebook è nato un gruppo di protesta chiamato Dirigenza 2019 che conta più di 800 iscritti e che chiede, sulla base di tutte le anomale sopra elencate, di ammettere all’orale tutti i candidati respinti alla preselezione e alla prova scritta. Dopo il colloquio orale, questa la proposta del gruppo Dirigenza 2019, si dovrebbe creare una graduatoria unica di tutti gli idonei dalla quale attingere per le prossime assunzioni. L’alternativa sarebbe l’annullamento dell’intero concorso
Il caso Sardegna: rinvio della prova scritta
La prima prova si è svolta in tutta Italia il 18 Ottobre 2018, in violazione dell’art. 5 del Decreto Dipartimentale del 24/07/2018, che prevedeva 120 giorni per il ricorso al Presidente della Repubblica e 60 per il ricorso al T.A.R. (posto che si sarebbe dovuto tener conto del periodo di sospensione dell’attività giudiziaria nel mese di Agosto). L’unica eccezione, come abbiamo accennato sopra, è rappresentata dalla Sardegna dove, a causa dell’emergenza maltempo, la prima prova scritta è stata rimandata e si deve ancora svolgere (è in calendario per il 13 dicembre 2018, non senza polemiche).
Quando entrerà di ruolo chi ha superato il concorso per dirigenti scolastici?
Per quanto riguarda il rispetto delle tempistiche per l’immissione in ruolo di chi supera il concorso per dirigenti 2018, il ministro Bussetti è intervenuto avanzando l’ipotesi di un intervento correttivo sullo svolgimento del corso di formazione. Sulla carta questo dovrebbe avere una durata medio-lunga che rende poco realistica la presa in carico dei nuovi presidi per il 2019/20. L’escamotage per non sforare il termine sarebbe quello di far svolgere il corso di formazione durante il periodo di prova. Al contempo le Regioni saranno invitate ad operare il dimensionamento della rete scolastica in modo da fornire un quadro completo delle dirigenze scolastiche da assegnare.