Concorso Dirigenti Scolastici 2017: candidato che non ha superato prova orale doveva impugnare anche le graduatorie aggiornate con modifica posizioni

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Per persistere l’interesse a ricorrere, occorre impugnare i provvedimenti coi quali l’Amministrazione ha “riapprovato” gli esiti del concorso, rideterminando la graduatoria di merito dei vincitori. Lo ha statuito la Sezione III-bis del TAR Lazio – Roma, Sentenza n. 4425/2022.

Riapprovazione” graduatoria concorso DS: per la validità del ricorso deve essere impugnata

Nel ricorso contro l’esclusione dal concorso per DS occorre impugnare i provvedimenti coi quali l’Amministrazione ha “riapprovato” i risultati del concorso, aggiornando, più volte, la graduatoria di merito dei vincitori. Così il TARLazio (pronuncia n. 4425/2022).

La bocciatura alla prova orale dell’aspirante DS

Un aspirante Dirigente Scolastico non aveva superato la prova orale del concorso di cui al bando 2017, quindi aveva interposto ricorso richiedendo, peraltro, la ripetizione della prova, e con successivi ricorsi per motivi aggiunti (peraltro uno notificato largamente in ritardo) aveva impugnato la graduatoria “riaggiornata” in differenti momenti dopo la prima versione.

La cd. “riapprovazione” della graduatoria

Il ricorso che ha introdotto il procedimento davanti al TAR è stato giudicato improcedibile in quanto il ricorrente non aveva impugnato le graduatorie rettificate. Non era infatti possibile domandare al giudice amministrativo una tutela di natura “demolitorio” nei confronti di un provvedimento, come la prima graduatoria del 2019, che era stata aggiornata dando origine a graduatorie sopravvenute.

La necessità di impugnare gli aggiornamenti

Con riferimento alla peculiarità del concorso per DS, per il giudice del Tar occorre impugnare i provvedimenti coi quali l’Amministrazione ha riapprovato i risultati del concorso, rideterminando la graduatoria di merito dei vincitori. La graduatoria originaria, del 2019, era risultata plurime volte modificata, anche mediante rivalutazione dei punteggi di alcuni candidati e conseguente variazione delle relative posizioni. Nella fattispecie dovevano essere impugnate le riapprovazioni della graduatoria di merito post 2019.

Notifica tardiva contro il decreto che ha rettificato la graduatoria

Fuori discussione era la circostanza che l’aspirante DS aveva proposto i ricorsi per motivi aggiunti, impugnando la graduatoria definitiva (decreto del 2019), la successiva rettifica (decreto del 2020), come anche l’ultima rettifica (decreto del 2021), tuttavia, allo stesso tempo, il ricorso per motivi aggiunti contro il provvedimento di rettifica della graduatoria (decreto del 2020) era stato notificato all’Amministrazione resistente in una data in cui risultava largamente scaduto il termine di decadenza per proporre il ricorso. La tardività ha reso inammissibile tale ricorso, con l’ulteriore effetto di rendere improcedibili sia il ricorso introduttivo che quelli successivi, formulati dall’aspirante per motivi aggiunti.

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