Concorso Dirigenti scolastici 2015: precari esclusi. Una nota stonata

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Torniamo sull'avvio del concorso a Dirigenti scolastici del 2015 per chiarire alcune cose. Ieri è stata giornata cruciale, a seguito dell'incontro tra i sindacati e il Ministero sull'argomento.

Torniamo sull'avvio del concorso a Dirigenti scolastici del 2015 per chiarire alcune cose. Ieri è stata giornata cruciale, a seguito dell'incontro tra i sindacati e il Ministero sull'argomento.

Il 13 novembre, in attesa della versione definitiva del Decreto, ci siamo chiesti se per il nuovo concorso ci sarebbe stata una apertura riguardante la valutazione del servizio preruolo e la partecipazione dei docenti precari.

Ieri abbiamo avuto conferma che sarà valutato il servizio preruolo nei 5 anni necessari per poter partecipare al concorso. Quindi, se un docente ha, ad esempio, due anni di ruolo e tre di preruolo potrà partecipare.

Una vittoria che vede un riconoscimento importante del precariato, avvenuta a seguito di sentenze legate al precedente concorso che ha riguardato centinaia di aspiranti.

Altra questione, invece, sulla possibilità di partecipazione anche dei docenti precari.

Qui l'amministrazione non ha ceduto, per partecipare al concorso bisogna essere docenti di ruolo. Eppure, sentenze che hanno condannato il Ministero ce ne sono state. Ad esempio, quella patrocinata dagli avvocati F. Ganci e W. Mi‎celi dell'ANIEF, la n. 5011/14 che ha riguardato tre precari che dal prossimo anno siederanno non su una cattedra ma alla scrivania della dirigenza.

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In occasione del dibattito in tribunale, l'avvocatura dello Stato ha affermato che i precari svolgono un lavoro diverso, non potendo ricoprire incarichi e instaurando un rapporto di discontinuità nel servizio, pertanto non avrebbero diritto a partecipare ai concorsi per diventare Dirigenti. Di diverso avviso il giudice.

Possiamo immaginare essere stata questa l'argomentazione che ha portato ancora una volta all'esclusione dei precari. Nota che suona alquanto stonata, soprattutto dopo la sentenza della Corte di giustizia europea e i numerosi pronunciamenti dei giudici che hanno equiparato il lavoro dei precari da quello dei docenti di ruolo anche per quanto riguarda la progressione di carriera.

Ci si lamenta dei ricorsi, lo stesso Ministro ha ammesso che il suo Ministero è sommerso dai contenziosi in tribunale, ma pare che poco si faccia per evitarli a monte.

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