Concorso dirigente scolastico, bocciata dopo aver già vinto il precedente concorso. Lettera

inviata da Elisabetta Celiberti – È trascorsa ormai più di una settima da quel fatidico 8 aprile, giorno in cui ho sostenuto la prova orale del concorso per dirigente scolastico, che rimarrà per sempre scolpito nella mia memoria. Non sono stata ammessa ed è stato un duro colpo per le condizioni in cui ciò è avvenuto.
Mi sto riprendendo, sto facendo appello a tutte le mie risorse, dopo giorni in cui non sono riuscita a dormire e a mangiare, vivendo momenti di profondo sconforto e incredulità per quanto accaduto. Non posso ancora crederci.
Ho terminato quell’orale con la consapevolezza di aver risposto ai quesiti con sicurezza, dimostrando una buona conoscenza degli argomenti, tra i commenti positivi delle altre candidate che dovevano sostenere la prova nei giorni successivi e che erano venute ad ascoltare il primo turno degli orali.
Ancora ricordo alcuni dei loro commenti: “Sei andata molto bene”, “Complimenti, eri davvero molto sciolta”.
Dall’inizio di questo concorso, ho affrontato lo studio e ogni prova con serietà e dedizione.
Conoscevo bene le insidie di un percorso così impegnativo da un punto di vista psicofisico e complesso nei contenuti. Lo sapevo bene perché lo avevo già affrontato con grande impegno e lo avevo vinto nel 2019. Con coraggio ero partita immediatamente in quella che era stata una vera e propria “spedizione” al nord. Mi avevano assegnata nel Veneto ed io avevo scelto l’IC Baseggio di Marghera (VE), senza conoscere né la scuola né il territorio, provenendo da una regione diversa e lontana come quella delle Marche.
Per un anno scolastico, con l’entusiasmo che mi contraddistingue, ho profuso tutte le mie energie per guidare al meglio una scuola inserita in un contesto difficile, fragile, nell’anno in assoluto più difficile per la scuola italiana, quello della pandemia. Ho vissuto una realtà che a tratti mi sembrava surreale per alcune evidenze con le quali non ero abituata a confrontarmi, ma che mi ha ripagato abbondantemente dal punto di vista umano e relazionale, donandomi numerose attestazioni di stima, fiducia e gratitudine per la mia professionalità. Quando presi la decisione, dopo lunghe riflessioni, di rientrare a casa dalla mia famiglia, ricordo ancora la stessa tutor che provò a convincermi a ripensarci, sottolineando le mie qualità e le mie risorse che avrei potuto mettere a
disposizione della scuola.
Ammetto che non sia stata una decisione semplice quella di lasciare l’incarico, ma a volte nella vita bisogna fare delle scelte difficili. Mia figlia è stata la mia priorità e a distanza di anni non mi sono mai pentita. Vederla crescere ed esserci in alcuni momenti duri del suo percorso ha rappresentato una parte fondamentale del mio ruolo di madre.
Nella vita ho sempre conquistato i miei successi sul campo, con le mie sole forze, senza mai ricorrere a scorciatoie e favoritismi. Posso camminare a testa alta e ne sono orgogliosa.
Rimane oggi solo una profonda amarezza, quella di vivere in un Paese che si muove al contrario e che ha un concetto del merito nei fatti molto discutibile.
Ho vinto un concorso nazionale per dirigente scolastico, ho svolto l’incarico con competenza per un intero anno, ho continuato a studiare e ad aggiornarmi e poi…una commissione regionale, per qualche strano motivo, ha deciso che io non fossi nemmeno idonea al ruolo.
Che dire, sono la dimostrazione vivente che il sistema non funziona.