Concorso a cattedra per A019. Perché due prove scritte riservate esclusivamente a noi? Lettera

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Sono passati alcuni giorni dalle prove scritte del concorso per la cdc A019 – storia e filosofia e riflettevo.
Ho cercato di non arrabbiarmi dopo gli esami (del resto, se non prendiamo le cose con filosofia noi…) e tanto meno ho voluto riflettere troppo: l'urgenza era (ed è) quella di vivere la vita e, in questo caso, la primavera rimasta.

Sono passati alcuni giorni dalle prove scritte del concorso per la cdc A019 – storia e filosofia e riflettevo.
Ho cercato di non arrabbiarmi dopo gli esami (del resto, se non prendiamo le cose con filosofia noi…) e tanto meno ho voluto riflettere troppo: l'urgenza era (ed è) quella di vivere la vita e, in questo caso, la primavera rimasta. L'urgenza era (ed è) quella di concentrarsi sul lavoro senza altre inutili incombenze: focalizzarsi sulla scuola che io, come molti colleghi, vorremmo "buona" per davvero. Ma per una vera "buona scuola" servono impegno e dedizione. E servono anche docenti sufficientemente sereni e non distrutti dalle fatiche di maggio sommate allo studio di programmi oceanici per il concorso.
Finalmente molti di noi sono liberi…E liberi anche di riflettere.

E allora ci si chiede semplicemente: perché? Perché bandire questo concorso in primis; secondariamente, perché due prove scritte riservate esclusivamente a noi (quindi 16 domande anziché 8 come tutti gli altri), ma soprattutto perché QUELLE domande? [Penso in particolare ai quesiti di storia].
Francamente non mi aspettavo di passare di ruolo a "soli" 33 anni, con due anni di servizio nella scuola statale e qualche anno di esperienza nei circuiti "parascolastici" alle spalle…ma – come la maggior parte dei miei colleghi – l'insegnamento è una cosa in cui credo e ho bisogno di un impiego stabile, quindi ce l'ho messa tutta.
La maggior parte di noi (perché non voglio pensare ai ricorsisti che saranno o meno ammessi) si è abilitata superando tre prove per nulla banali e scontate, ha sostenuto un anno di lezioni, tirocini ed esami frustranti, ha infine superato un esame di abilitazione in piena regola. Dopo ci è stato detto che avremmo dovuto partecipare a un concorso, qualcuno al governo ha anche osato pronunciare frasi del tipo "questa sarà l'ultima occasione che gli abilitati non inseriti nelle gae hanno per lavorare". Ci siamo dunque messi a studiare per il concorso. Abbiamo subito compreso che la nostra cdc sarebbe stata – come sempre – svantaggiata: allora abbiamo chiesto come mai dovessimo sostenere due prove scritte anziché una come tutti gli altri e nessuno ci ha dato una risposta SENSATA. Semplicemente perché una risposta sensata non c'è e non ci può essere. E allora e nonostante tutto, abbiamo occupato tutti i ritagli del nostro tempo per studiare l'intero programma di filosofia e di storia dagli albori ad oggi, più un manuale di avvertenze generali di quasi mille pagine. Tutto ciò nei mesi più "caldi" dell'anno, scolasticamente parlando.
Questo naturalmente non è servito a nulla (e avremmo dovuto saperlo!) perché nella maggior parte dei casi le domande degli scritti non c'entravano niente coi programmi scolastici reali: mi sembra di capire che questa sia un po' la prassi, ovvero che ai concorsi, da sempre, si richiedano conoscenze altre rispetto a quelle che realisticamente si trasmettono in classe. E ok, decisione discutibile ma ok. Tuttavia perché escogitare una "gara di velocità dattilografica" su QUEI contenuti?
Questo concorso è stato a mio parere un insulto alla nostra preparazione, ma soprattutto alla nostra professionalità. Si è trattato di un concorso bandito in fretta e furia, raffazzonato, esattamente come sono state le mie risposte nelle prove. Raffazzonate. Risposte che non c'entrano assolutamente niente con l'insegnante che sono, ma credo di poter parlare a nome di buona parte dei candidati. Tuttavia, la cosa ancora più grave, a mio giudizio, è che questi quesiti testimoniano del totale SCOLLAMENTO dalla realtà delle cose. Verrebbe da domandarsi: c'è qualcuno al Miur che ha mai messo piede in un liceo? C'è qualcuno che sa che che Adorno, Wittgenstein e Husserl non si riescono mai a svolgere nemmeno in quinta (soprattutto se si hanno due ore settimanali) e che non c'è bisogno di andare a pescare i filosofi più complessi per testare le capacità di insegnamento di un docente? C'è qualcuno che si rende conto che le domande di storia erano impossibili da trattare in 150 minuti (circa 18 minuti a quesito) poiché richiedevano TUTTE la preparazione di più lezioni multimediali ed interdisciplinari su questioni di attualità fondamentali e meravigliose ma ENORMI e rispetto alle quali noi non possiamo conoscere bibliografia e filmografia a memoria?  C'è qualcuno che ha riflettuto seriamente sul fatto che alla domanda sul warfare (ancora non è chiarissimo cosa sia, ma viva gli inglesismi!) avrebbero saputo rispondere meglio di noi i ragazzini delle medie che giocano a "Call of Duty"? C'è qualcun che si rende conto che per preparare un laboratorio sul razzismo in modo serio, partendo dal discorso di Obama e arrivando a trattare la questione afroamericana dalle origini ad oggi non basterebbero nemmeno due giorni? C'è qualcuno che si ricorda che la filosofia è una pratica che ha a che fare con la contemplazione e la lentezza, e poi certo, anche con l'azione, ma sicuramente non con l'azione improvvisata?
Una serrata selezione era certamente necessaria nella nostra cdc e mi viene da pensare che forse per questo motivo siamo stati sottoposti a due prove: ma – posto che nessun concorso ha mai selezionato gli insegnanti migliori, sempre che "migliori" significhi qualcosa – qualcuno al Miur si è interrogato su QUESTI criteri di selezione? Probabilmente gli insegnanti che passeranno all'orale saranno quei pochi fortunati, forse freschi di università, che per fatalità o interesse personale hanno affrontato in tempi recenti qualcuna delle problematiche proposte o che avranno la grazia di essere giudicati da commissari più magnanimi rispetto ad altri. Perché un altro aspetto sibillino di questo concorso riguarda proprio l'arbitrarietà di giudizio. Senza considerare che le prove sono iniziate senza che ci fossero le griglie di valutazione, personalmente, quando ho finito la prova di storia ho pensato soprattutto che mi sentivo umiliata perché, pur di non lasciare domande in bianco, avevo scritto cose che forse anche mia cugina in quinta elementare avrebbe saputo scrivere, e magari lei, senza l'ansia da prestazione, le avrebbe formulate anche meglio. Quando ho concluso la prova di filosofia invece, ho proprio pensato che il mio compito avrebbe potuto essere giudicato in modo più che buono o pessimo a seconda del commissario che l'avrebbe corretto e dei criteri, in parte necessariamente soggettivi, che avrebbe scelto per correggerla.

Naturalmente un concorso è solo un concorso e le nostre vite fortunatamente sono anche – e si spera soprattutto – altro.
Però sarebbe divertente immaginare di poter rimescolare le carte in tavola: valutare l'operato del Miur, se non di tutto il governo, in modo assolutamente delirante ed aleatorio e far dipendere il futuro lavorativo di ogni singolo ministro da questa stessa valutazione. Naturalmente ai ministri poco cambierebbe, tanto son pieni di soldi loro. Però potrebbero fare esercizio di empatia: che non fa mai male.

Consuelo Della Vedova

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