Concorso a Dirigente, test preselettivo: “pochi quesiti sul funzionamento reale di una scuola, prova progettata per bocciare più che selezionare”

Inviato da Letizia Lagni, Docente concorrente al concorso per Dirigenti Scolastici. Giornalista iscritta all’ODG Lazio – Il 23 maggio 2024 sarà ricordato come un giorno di delusione per migliaia di aspiranti dirigenti scolastici in Italia. In quella data si è infatti svolto il tanto atteso – ma a detta di molti, deludente – test preselettivo per il concorso da dirigenti scolastici. Un test che, invece di rappresentare una reale valutazione delle competenze necessarie per guidare una scuola, ha finito per sembrare più una trappola burocratica, mal progettata e comunicata.
Il primo segnale di allarme si è avuto quando i candidati hanno scoperto, solo 20 giorni prima della prova, la data effettiva del test. Questo breve preavviso ha lasciato poco spazio per una preparazione adeguata, gettando i candidati nel panico. A peggiorare la situazione, i quadri di riferimento normativo, fondamentali per indirizzare lo studio, sono stati pubblicati solo due giorni prima della prova. Questo ritardo ha reso quasi impossibile una preparazione seria e approfondita, costringendo i candidati a navigare a vista in un mare di incertezze.
La struttura del test stesso ha lasciato molto a desiderare. I 50 quesiti proposti erano per lo più tecnici, con pochi dedicati al funzionamento scolastico reale. Domande che avrebbero dovuto valutare le competenze pratiche e gestionali di un futuro dirigente scolastico sono state sostituite da quesiti di natura estremamente specifica e tecnica, spesso lontani dalle competenze quotidiane richieste per la gestione di un istituto scolastico. Alcuni quesiti erano incentrati su studiosi e pedagogisti e su cosa avevano scritto, argomenti che richiedevano una conoscenza dettagliata e specifica delle opere di figure accademiche, piuttosto che delle capacità pratiche di gestione di una scuola.
Un esempio significativo riguarda la presenza di quesiti su normative e regolamenti aggiornati all’ultimo minuto, che avrebbero richiesto settimane di studio per essere compresi appieno. Questa scelta non solo ha dimostrato una mancanza di sensibilità verso i candidati, ma anche una disconnessione tra chi ha progettato il test e la realtà del mondo scolastico.
Un ulteriore elemento di criticità è stato il tempismo del test, svolto a maggio, un periodo estremamente intenso per il mondo scolastico. I docenti sono già impegnati con i vari adempimenti di fine anno scolastico, e quest’anno si sono aggiunte anche tutte le incombenze dei DM 65 e 66, rendendo il periodo ancora più caotico e stressante. Tale scelta di tempistica ha ulteriormente aggravato la difficoltà di preparazione, evidenziando una mancanza di considerazione per le condizioni reali in cui i candidati si trovano a operare.
I feedback raccolti tra i candidati subito dopo il test sono stati unanimi nel definire l’esperienza frustrante e demotivante. Molti hanno sottolineato come il test non abbia
davvero messo alla prova le loro capacità di leadership, gestione delle risorse umane, o competenze pedagogiche – aspetti cruciali per il ruolo di dirigente scolastico. Al contrario, l’enfasi su dettagli tecnici ha lasciato fuori quelle qualità umane e organizzative che fanno la differenza nella gestione quotidiana di una scuola.
Questa prova, a detta di molti, sembra essere stata progettata più per ridurre il numero dei candidati in modo arbitrario, piuttosto che per selezionare i migliori futuri dirigenti scolastici. Una critica che, se confermata, getta un’ombra sull’intero processo concorsuale, facendo sorgere dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia del sistema di selezione.
In conclusione, il test preselettivo per il concorso da dirigenti scolastici del 23 maggio 2024 rappresenta un’occasione mancata per migliorare la qualità della leadership scolastica in Italia. Piuttosto che valorizzare le competenze necessarie per affrontare le sfide di una scuola moderna, ha finito per scoraggiare e frustrare molti dei suoi partecipanti. Un segnale forte per il Ministero dell’Istruzione: è necessario ripensare radicalmente l’approccio alla selezione dei dirigenti scolastici, ponendo al centro le reali competenze e capacità gestionali che il ruolo richiede.