Concorso a cattedra straordinario, priorità ai docenti maschi in caso di pari punteggio? Norma e statistiche dicono di sì

Ha fatto discutere e infiammato le fantasie l’articolo di ieri sulla priorità agli aspiranti dirigenti maschi rispetto alle donne in caso di parità di punteggio nelle graduatorie finali. Ma non c’è nulla di cui discutere, in realtà: il Ministero nel prevedere nel prossimo bando tale misura non fa altro che rispettare la norma. A chiarirlo lo stesso MIM che ieri sera ci ha inviato una nota di chiarimento su quanto riportato dalla nostra redazione.
Di quale norma stiamo parlando?
Del d.P.R. n. 82 del 16 giugno 2023 che introduce una specifica modifica ai bandi di reclutamento per la PA prevedendo una specifica previsione per garantire l’”equilibrio di genere”.
La disposizione prevede che nei bandi per il reclutamento di personale nelle Pubbliche Amministrazioni è necessario indicare la percentuale di rappresentatività sulla base del genere e prevedere, nel caso in cui uno dei due generi prevalga per più del 70%, che a parità di titolo venga assunto il rappresentante del genere in minoranza.
Una norma che funziona in direzione di entrambi i generi: maschile e femminile. Il che vuol dire nell’ambito scolastico, un “vantaggio” per il genere maschile invece che femminile, dato che la componente donna è predominante. Basti pensare che, come anticipato ieri, la presenza femminile che ricopre compiti di Dirigenza nelle scuole italiane è nettamente superiore al 70% in tutte le Regioni tranne la Sardegna.
E per i docenti?
Stesso scenario si prospetta anche per il prossimo concorso a cattedra, se si considera che, secondo i dati del Ministero risalenti al 2021/22, su 700mila docenti di ruolo in cattedra, 580mila sono donne: su 100 docenti, circa 82.86 sono donne. Un dato che è aumentato negli anni se si pensa che 20 anni fa la percentuale era del 78%.
Restano numeri alti e significativi, che mettono la componente maschile in “minoranza”, comunque al di sotto della percentuale del 30% prevista dalla normativa citata. Il che si tradurrà con una modulazione delle regole concernenti le graduatorie di merito dei docenti che concederà una via “preferenziale” agli uomini, ma solo in presenza di pari punteggio.