Concorso docenti sostegno, a Nord più posti che aspiranti: in Lombardia primaria 4mila posti e 171 candidati, in Sicilia superiori 30 posti per 5.500 candidati. I dati per Regione

Il Ministero ha diffuso i dati relativi ai candidati al concorso a cattedra per il sostegno le cui prove si svolgeranno a breve. Nelle aree del Nord le iscrizioni degli aspiranti docenti di sostegno sono in alcune aree molto al di sotto dei posti disponibili.
Ad esempio, in Lombardia, nell’ambito della scuola dell’infanzia, contiamo solamente 84 candidati si sfideranno per 440 posizioni disponibili. La situazione diventa ancora più evidente nel contesto della scuola Primaria, dove ben 171 candidati mirano a occupare uno dei 4.111 posti. Tuttavia, la secondaria di I grado presenta una sfida maggiore: anche se ogni candidato (in totale 530) ottenesse un posto, ci sarebbero ancora posti vacanti, dato che le posizioni aperte sono 2.019.
In Piemonte, alla scuola dell’Infanzia contiamo 39 candidati per 232 posti, mentre alla Primaria 48 per 1.357. In Emilia Romagna i candidati per la primaria sono 88 per 761 posti.
Di contro, nelle regioni del Sud troviamo i 15 posti per la Sicilia nell’Infanzia che saranno contesi da 1.299 candidati e i 51 posti alla Primaria da ben 3.300 candidati. La punta massima la si trova alla Secondaria dove 31 posti saranno contesi da 5.538 candidati, seguita dal Lazio con 216 posti alle Superiori che saranno contesi da 5mila 111 candidati.
Sulla questione è intervenuta la CISL scuola, denunciando l’inadeguatezza delle politiche fin qui seguite non solo sul reclutamento, ma anche nella programmazione e gestione dei percorsi formativi richiesti per il conseguimento dei titoli di specializzazione. “È di tutta evidenza – si legge in un comunicato – che occorre superare l’affidamento in esclusiva alle Università della gestione dei percorsi per il conseguimento della specializzazione sul sostegno: la CISL Scuola ha proposto ripetutamente di valorizzare il ruolo che le scuole stesse potrebbero svolgere, oltre a quello di ospitare le attività di tirocinio. Così come andrebbe considerata l’opportunità di offrire alle migliaia di docenti ogni anno in servizio sui posti di sostegno – senza i quali, è bene ricordarlo, il sistema andrebbe in tilt – l’opportunità di conseguire la specializzazione, supportando e valorizzando anche in termini formativi l’esperienza di lavoro che acquisiscono sul campo“.