Concorsi scuola, è M5S contro Lega. Floridia: “Mi batterò perché prevalga il merito”. Pittoni: “No ai docenti precari a vita”
La crepa è piuttosto evidente all’interno della maggioranza di Governo e proviene dai “soliti” due poli opposti che si attraggono, sempre, negativamente. Da un lato il Movimento Cinque Stelle, solo o quasi, contro la Lega. Il tema è quello del reclutamento dei docenti: i pentastellati vogliono proseguire con i concorsi ordinari, l’unica strada che porta al merito a loro modo di vedere. Dall’altro lato la Lega che spinge sul concorso per titoli e servizi, una procedura per stabilizzare i precari storici. In mezzo ci sono alleati di governo inaspettati e forze di opposizione che completano lo scacchiere.
A “metterci la faccia” negli ultimi giorni per il Movimento Cinque Stelle è proprio la sottosegretaria Barbara Floridia, che insiste sulla procedura ordinaria per il reclutamento dei docenti: “Fino all’ultimo mi batterò perché prevalga il merito“, scrive su Facebook la sottosegretaria all’Istruzione che nei giorni scorsi ha spiegato nel corso di un’intervista a Orizzonte Scuola, la posizione sua e del M5S: “per garantire la presenza in cattedra di tutti gli insegnanti, non si risolve con la sanatoria dei precari che entrerebbero in ruolo comunque a settembre 2022, ma si risolve con un disciplinato rispetto del cronoprogramma delle operazioni di mobilità e immissioni in ruolo”.
Dall’altra sponda c’è invece Mario Pittoni, il senatore della Lega che ha presentato il suo disegno di legge “Semplificazione della formazione e del reclutamento dei docenti” da cui bisognerebbe procedere per la stabilizzazione dei docenti precari. Il senatore ha in mente un concorso per titoli e servizi a cui potranno partecipare i docenti con almeno tre anni di servizio, anche senza abilitazione, titolo quest’ultimo che dovrà acquisire il candidato nel corso dell’anno di formazione, pena l’esclusione dalla procedura. Pittoni ha ribadito sui social la sua posizione: “C’è tutto un mondo che coprendosi dietro slogan puerili ma di facile presa sul cittadino comune lavora per mantenere i docenti precari a vita, a scapito della qualità dell’insegnamento. Troppi interessi attorno a corsi e pubblicazioni preparatorie ai concorsi“.
In mezzo, come dicevamo ci sono le altre forze politiche: il partito democratico non ha ancora assunto una posizione unica e ufficiale, ma alcuni esponenti, come Francesco Verducci, sostengono la proposta della Lega: “Serve una procedura concorsuale abilitante che stabilizzi i precari storici sulla base di titoli, servizio e prova in uscita. Quindi occorre assumere insegnanti in tutti i cicli e per il sostegno, assumere attraverso procedure nuove basate sulla valorizzazione della competenza professionale“, ha detto il senatore dem nel corso di un’intervista a Orizzonte Scuola.
Diverso il punto di vista di Gabriele Toccafondi, di Italia Viva: “La volontà di tutti dovrebbe essere sempre quella di un percorso formativo e selettivo che porti ad insegnare i migliori, i più motivati, i più bravi”.
Posizione non distante dalla senatrice Bianca Laura Granato, fuoriuscita da poche settimane dal Movimento Cinque Stelle: “Per la scuola sono assolutamente contraria al reclutamento per titoli e servizio, perché i posti del concorso ordinario andrebbero anch’essi ai precari, per giunta a quelli che non hanno superato la procedura straordinaria o non l’hanno proprio svolta”, ha detto ad Orizzonte Scuola.
Invece, per Valentina Aprea di Forza Italia, bisogna stabilizzare subito i precari con “l’attivazione di concorsi riservati per i docenti precari, nel numero che il MEF indicherà, che prevedano l’accesso in base agli anni di servizio a corsi-concorsi della durata di 1 anno con valutazione finale per la stabilizzazione”. In seguito, ha spiegato ad Orizzonte Scuola la responsabile scuola forzista, “occorre prevedere percorsi di formazione iniziale al passo con i tempi”.
Anche i sindacati, da tempo, si muovono per una stabilizzazione per titoli e servizi: “Si lascia in colpevole attesa, sia chi aspira ad un posto, sia chi lo sta già svolgendo con un regolare contratto a tempo“, dice Pino Turi, segretario Uil Scuola, che prosegue facendo notare come “nessuno ci potrà mai convincere che un docente che cambia scuola e classe tutti gli anni per sopperire alla mancanza di un reclutamento stabile sia giustificabile e sia tollerabile”.
“Non è possibile ogni anno restituire al Mef oltre 50 mila assunzioni a tempo indeterminato pur avendo a disposizione più di 200 mila supplenti, di cui tantissimi abilitati, specializzati e con ben oltre i 36 mesi di servizio che l’Unione europea indica come soglia più che sufficiente per stabilizzare su posto vacante“, tuona Marcello Pacifico, dell’Anief.