Concorsi docenti Pnrr, 242.509 ammessi all’orale per 44.000 posti. Anief: anomalia di una procedura che a molti doveva essere risparmiata
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha oggi replicato alle accuse sul presunto livello basso di difficoltà dei 50 quesiti scritti dei concorsi Pnrr proposti ai docenti del primo e secondo ciclo d’Istruzione svolti tra l’11 e il 19 marzo, con quasi 250mila ammessi all’orale (su 372.804 iscritti e oltre il 20% che non hanno partecipato allo scritto).
Secondo il Ministero c’è stata “grande superficialità” in “chi ha inteso giudicare il livello di difficoltà dei 650 quesiti basandosi esclusivamente sulla conoscenza del contenuto di due, tre di questi, scelti forse non casualmente fra i più semplici”, perché sono state poste “domande di media e alta difficoltà, assieme ad altre di difficoltà bassa” rispettando “una tecnica valutativa che permette di distribuire i concorrenti su una scala che ne differenzia i punteggi e consente di selezionare i migliori”.
Il sindacato ritiene che il punto non è comprendere se è stato giusto o meno ammettere alla prova orale quasi il 90% di coloro che hanno svolto la prova scritta: 44.615 ammessi all’orale per la scuola dell’infanzia e primaria, 197.894 ammessi agli orali per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Dopo aver ricordato che i posti messi a bando, considerando quelli aggiunti ad inizio 2024, 15.340 per la scuola primaria e 29.314 posti per la secondaria, Anief è dell’avviso che “si sta spostando l’attenzione su un dato che non meraviglia – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – considerando che si tratta in alto numero di candidati non solo con esperienze di scuola alle spalle, ma quasi sempre con corsi svolti post laurea e specializzanti spesso di tipo psico-pedagogico. Considerando che anche la presenza alle prove scritte di precari idonei di altri concorsi tra coloro che hanno svolto le prove risulta molto alta, viene da chiedersi cosa c’è da meravigliarsi se poi hanno in alto numero superato la prima prova”.
“Sarebbe invece il caso – continua Pacifico – di focalizzare l’attenzione su un altro dato: era proprio indispensabile impegnare questi insegnanti in altre prove per assumerli in ruolo? Non bastava l’esperienza sul campo e l’idoneità ottenuta nelle precedenti procedure selettive, anche straordinarie? Perché non sono tati stabilizzati direttamente utilizzando le Gps o dalle graduatorie di merito? Tra l’altro – conclude Pacifico – questo ostinarsi a non immettere in ruolo direttamente dalle graduatorie provinciali per le supplenze e dalle graduatorie di merito sta producente, oltre che una spesa collettiva non indifferente, anche il fondato rischio di non fare in tempo ad assumere i vincitori del concorso docenti collegato al Pnrr entro il prossimo 31 agosto per quindi immetterli in ruolo dal 1° settembre 2024”.