Concorsi docenti, in autunno arriva lo straordinario ter per i precari. Poi si attende un altro concorso per chi si iscrive al percorso 30 CFU

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L’anno scolastico 2023/2024 sarà sicuramente all’insegna dei concorsi: se quello per l’educazione motoria partirà subito, a stretto giro dovrebbero arrivare la procedura riservata ai precari, il concorso straordinario ter, e poi il concorso ordinario.

Concorso straordinario ter

Il primo è in partenza a breve, entro l’autunno, ovvero il concorso straordinario ter, che metterà in palio 30 mila posti circa.

Al momento non sappiamo ancora se il concorso riguarderà solo la scuola secondaria e quali classi di concorso saranno coinvolte, o anche la scuola di infanzia/primaria nonché i posti di sostegno.

I requisiti di accesso per i posti comuni includono: laurea coerente con la classe di concorso oggetto del concorso + abilitazione per la specifica classe di concorso, oppure tre anni di servizio negli ultimi cinque, entro il termine di presentazione della domanda, svolti presso le scuole statali, anche non continuativi, di cui almeno uno specifico, oppure laurea coerente con la classe di concorso oggetto del concorso + 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022.

Gli ITP possono accedere con laurea di primo livello + abilitazione oppure diploma di accesso alla classe di concorso (il requisito sarà in vigore fino al 31 dicembre 2024).

I requisiti di accesso per i posti di sostegno richiedono il diploma di specializzazione conseguito ai sensi del DM n. 249/2010 per il grado richiesto.

I DETTAGLI

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L’altra procedura concorsuale della fase straordinaria del reclutamento targato PNRR sarà legata ai percorsi abilitanti in partenza nei prossimi mesi.

Questo concorso è legato a doppio filo ai percorsi abilitanti, che ancora non sono partiti e presumibilmente non potranno concludersi prima del prossimo anno accademico.

In particolare, questa procedura concorsuale dovrebbe “accogliere” i primi docenti abilitati con 30 CFU, che nel frattempo dovrebbero essere stati avviati.

Concorsi docenti a regime

Molto importanti le novità contenute nel decreto PA BIS, che è intervenuto sul sistema di formazione e reclutamento delineato dal D.lgs. 59/17, apportandovi importanti modifiche.

La nuova normativa vede il nuovo sistema di formazione e reclutamento della scuola secondaria di primo e secondo grado come modificato dal DL n. 36/2022 (convertito in legge n. 79/2022), articolato in:

  1. un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale, corrispondente a non meno di 60 CFU/CFA;
  2. un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale, cui accedono gli abilitati (ed anche i docenti che, alla data di presentazione delle istanze, abbiano svolto nelle scuole statali tre anni di servizio anche non continuativo, negli ultimi cinque, di cui uno nella specifica classe di concorso di partecipazione);
  3. un periodo di prova in servizio di durata annuale con test finale e valutazione conclusiva.

Il concorso docenti a regime si articolerà in:

  • prova scritta
  • prova orale
  • graduatoria di merito

Le prove concorsuali

Il decreto PA bis, dunque, interviene sulle prove concorsuali delle prossime procedure legate al Pnrr. Ricordiamo che i concorsi sono connessi alle 70mila assunzioni previste entro il 31 dicembre 2024 e che vedranno l’introduzione di prove scritte informatizzate.

Questi esami, composti da quesiti a risposta multipla, saranno indirizzati a verificare le competenze pedagogiche, psicopedagogiche, didattico-metodologiche, informatiche e di lingua inglese del candidato. Al termine del periodo di attuazione del PNRR, si potrà optare per una prova scritta con quesiti a risposta aperta, purché siano superate le prove preselettive.

La prova orale punterà a valutare le conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso, le competenze didattiche e l’abilità nell’insegnamento attraverso un test specifico. Se dovessero verificarsi delle rinunce, le graduatorie dei prossimi concorsi, potranno essere integrate nel limite dei posti banditi, a condizione che i candidati abbiano raggiunto il punteggio minimo.

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