Compiti nelle vacanze di Natale? Sì, ma senza esagerare. L’esperto: “Sono come le decorazioni, se sono in eccesso si perde lo spirito della festa”
“I compiti durante le vacanze natalizie sono come le decorazioni: se si esagera, si perde lo spirito della festa”. Il psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo, interviene, in un’intervista ad Adnkronos, nel dibattito sull’assegnazione dei compiti durante le vacanze di fine anno.
Secondo l’esperto, la scuola deve educare ma anche garantire il riposo mentale, fondamentale per la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di creare nuove connessioni. A sostegno di questa tesi, Lavenia cita una ricerca dell’Università della California, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, che dimostra come il tempo libero favorisca l’apprendimento, mentre un eccesso di lavoro genera stress e limita la creatività.
Il Natale, tempo di riposo cognitivo: la mente si rigenera
Il Natale, afferma Lavenia, è un momento di calore e sosta, in cui il riposo cognitivo è essenziale. I ragazzi hanno bisogno di fermarsi, riflettere e vivere esperienze diverse dalla routine scolastica. L’esperto cita la teoria del Default Mode Network di Marcus Raichle, pubblicata su Trends in Cognitive Sciences, secondo cui nei momenti di inattività il cervello non si spegne, ma si attiva su un altro piano, rielaborando e trovando soluzioni creative.
Lavenia conclude suggerendo compiti-riflessione: un libro da leggere, un tema sulla gioia, un progetto creativo da condividere con la famiglia. Attività che nutrono la mente senza soffocare l’anima, perché la scuola deve insegnare, ma anche dare spazio alla vita.