Compiti per le vacanze: tra creatività, digital detox e polemiche

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L’eterno dilemma dei compiti delle vacanze si ripropone puntualmente ogni estate, dividendo studenti, genitori e insegnanti. Se da un lato c’è chi li considera uno strumento utile per mantenere attive le conoscenze acquisite durante l’anno scolastico, dall’altro lato cresce il fronte di chi li ritiene una inutile sovrastruttura che rischia di compromettere il meritato riposo estivo.

Secondo un’indagine di Skuola.net, 8 studenti su 10 lamentano un carico eccessivo di compiti per le vacanze, mentre 4 genitori su 10 si dichiarano contrari a questa pratica. A peggiorare la situazione, si aggiunge la crescente abitudine di alcuni docenti di assegnare compiti “last minute” tramite registro elettronico, anche a scuole chiuse, vanificando ogni tentativo di programmazione familiare.

Fortunatamente, emerge anche una tendenza positiva: sono sempre di più gli insegnanti che cercano di rendere i compiti estivi più stimolanti e creativi, trasformandoli in un’occasione di apprendimento non convenzionale.

Dalle ricette ai video TikTok: la creatività non va in vacanza

Tra gli esempi più originali raccolti da Skuola.net, troviamo il professore di latino che chiede di scrivere una breve storia nella lingua classica, il docente di arte che invita a realizzare un video in stile TikTok per presentare un’opera d’arte ammirata durante le vacanze e l’insegnante di scienze che ha lanciato una sfida: inventare un gioco da tavolo, con tanto di premio finale per il progetto più originale.

Non mancano poi i compiti che invitano gli studenti a mettersi in gioco e a riflettere su se stessi, come il diario intimo, la scrittura di un testo ispirato alla propria canzone preferita o la narrazione di un atto di gentilezza compiuto durante l’estate.

Digital detox e ritorno alla vita reale

Tra le proposte più innovative, spicca l’invito di alcuni docenti a sperimentare il “digital detox”, trascorrendo una settimana lontani da smartphone e social media per poi raccontare le proprie sensazioni. Un modo per stimolare la consapevolezza sull’uso della tecnologia e per riscoprire il piacere di vivere il momento presente.

L’importanza del riposo e delle esperienze reali

C’è poi chi, come il prof influencer Sandro Marenco, ha scelto di non assegnare alcun compito per le vacanze, convinto che le esperienze reali siano la migliore forma di apprendimento. “Preferisco immaginarmi i miei ragazzi a divertirsi tra di loro, a chiacchierare in riva al mare la sera piuttosto che saperli sul mio libro a studiare”, afferma Marenco.

Tra buone intenzioni e “compiti da incubo”

Nonostante le buone intenzioni, non mancano purtroppo i casi di eccessivo carico di lavoro e di assegnazioni “da incubo”, come i compiti su argomenti mai affrontati in classe o le liste infinite di libri da leggere. Situazioni che alimentano lo stress e la frustrazione degli studenti, trasformando le vacanze in un incubo.

Il dibattito sui compiti estivi rimane quindi aperto, tra chi li considera un utile strumento didattico e chi li vede come un inutile fardello. La sfida per gli insegnanti è quella di trovare un giusto equilibrio tra il diritto al riposo e la necessità di mantenere attive le competenze acquisite, puntando su assegnazioni creative e stimolanti che trasformino l’estate in un’occasione di apprendimento piacevole e significativo.

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