Compiti a casa nel weekend, sì o no? Valditara: “Avviato un approfondimento”

Sulla questione compiti a casa da sempre si scatena un dibattito, specie per quelli da assegnare nel fine settimana. Dibattito sui compiti che in prossimità delle vacanze estive o di Natale, raggiunge picchi di attenzione notevoli. Il Ministro Valditara sembra aver inserito il tema nell’agenda delle questioni a cui dare risposta.
Infatti, nel corso dell’intervista rilasciata dal numero uno del dicastero di Viale Trastevere al quotidiano La Stampa, si fa menzione della circolare del ministero del 1969, ancora in vigore, che vieta di dare compiti nei fine settimana.
“Pur rispettando l’autonomia scolastica, è un tema molto importante su cui il ministero ha avviato un approfondimento“. Poche parole ma che lasciano intendere che prossimamente da Viale Trastevere potrebbero fornire delle indicazioni in tal senso.
Dunque, esiste già un riferimento ministeriale sulla questione compiti a casa, ovvero la circolare del 1969, che riprende a sua volta una precedente del 1964.
La circolare ministeriale 14 maggio 1969, la n. 177, infatti sottolinea da un lato che “l’attività di studio in ore extrascolastiche è, in una certa misura, ineliminabile, in proporzione naturalmente ben diversa a seconda dei vari ordini o gradi di scuola. Un ripensamento personale da parte del discente di ciò che a scuola è stato insegnato costituisce, infatti, una condizione insopprimibile per una vera assimilazione ed educazione al sapere“.
Ma il Ministero dall’altro lato evidenzia: “E’ necessario, tuttavia, che l’attività didattica dei singoli docenti sia opportunamente coordinata ai fini di una proficua organizzazione dello studio extrascolastico. Un sovraccarico degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni nuocerebbe, infatti, sia alla salute dei giovani, sia al processo di maturazione culturale, che non può essere costretto in schemi innaturali“.
Per il Ministero infatti, nel 1969, bisognava puntare anche su altre attività: “in questa prospettiva acquista particolare rilievo l’interessamento e la partecipazione dei giovani alla pratica degli sport (nuoto, sci, tennis, calcio, ecc.), specie se promananti dalla scuola medesima o da istituzioni aventi fini educativi, alle manifestazioni artistiche (concerti, teatro, mostre dibattiti, ecc.), alla visita dei monumenti, dei musei, delle gallerie, attività tutte che quasi sempre si svolgono nelle giornate domenicali e in altri giorni festivi”.
“Inoltre – prosegue la circolare – va considerato che nelle giornate festive e, in genere, anche nel pomeriggio del sabato, moltissime famiglie italiane, in cui entrambi i genitori svolgono un’attività lavorativa, trovano l’unica occasione di un incontro dei propri membri – innanzi tutto genitori e figli – più disteso nel tempo e, quando possibile, in ambiente diverso da quello dell’abituale dimora cittadina, più sereno nel riposo dal lavoro, di un incontro nel quale trovano alimento il rafforzarsi dei rapporti affettivi, lo scambio delle esperienze, il confronto dei comportamenti tra giovani e adulti; in una parola, si ricompone l’unità della famiglia, e questa attua la pienezza della sua essenza di primo e fondamentale nucleo sociale e della sua primaria funzione educativa”.
Per tale motivo, “questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno”.
Dunque, a partire da questo riferimento, quale sarà la mossa di Valditara, considerando anche l’autonomia scolastica? Si vorrà procedere ad una applicazione riaggiornata di tali disposizioni? Oppure l’esatto contrario? Lo scopriremo prossimamente, ha lasciato intendere il Ministro.