Competenze green sempre più richieste: 8 assunzioni su 10 nel 2024 richiedono formazione ambientale. I dati Unioncamere

Le competenze green stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel mercato del lavoro italiano. Secondo l’ultimo report “Le competenze green” del sistema informativo Excelsior (Unioncamere e Ministero del Lavoro), nel 2024 oltre l’80,6% delle assunzioni programmate (pari a 4,4 milioni di entrate) richiede ai candidati un’attitudine alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico. Il dato segna un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2023.
L’economia verde come orizzonte formativo
La green economy non è solo un modello di sviluppo sostenibile, ma può rappresentare ormai anche una direzione strategica per l’orientamento scolastico e professionale. Le transizioni ambientali, energetiche e digitali impongono un rinnovamento delle competenze e la scuola ha un ruolo cruciale nell’indirizzare studenti e studentesse verso percorsi coerenti con le esigenze del mercato del lavoro green.
I profili più richiesti
Le competenze verdi, infatti, sono ormai considerate essenziali in settori tecnici e professionali altamente specializzati, tra cui:
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tecnici delle costruzioni civili (66,6%);
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tecnici di gestione dei cantieri edili (65,7%);
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tecnici meccanici (67,1%);
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specialisti in scienze economiche (66,4%);
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ingegneri energetici e meccanici (65,6%).
Queste figure professionali devono saper coniugare abilità tecniche con sensibilità ambientale, in un contesto dove le politiche green rappresentano un fattore competitivo per le imprese.
Difficoltà di reperimento in crescita
Parallelamente alla domanda, crescono le difficoltà per le imprese nel reperire profili con competenze green: nel 2024, quasi la metà delle assunzioni (47,8%) è risultata critica, e la percentuale sale al 49,4% se la competenza ambientale è richiesta, fino a toccare il 51,5% nei casi in cui essa è ritenuta di elevata importanza.
Un requisito trasversale ai titoli di studio
I dati Unioncamere-Excelsior mostrano una crescente richiesta di professionisti con competenze ambientali in tutti i settori, con particolare attenzione a:
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percorsi ITS Academy a indirizzo tecnologico e ambientale;
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diplomi tecnici (agrario, chimico, industriale, costruzioni, energia);
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lauree STEM in ingegneria energetica, ambientale, industriale, agraria, biotecnologie, scienze della terra.
Questi percorsi formativi favoriscono inserimenti lavorativi rapidi, grazie alla domanda crescente di competenze green da parte delle imprese.
Dai dati, infatti, emerge che l’attitudine al risparmio energetico è richiesta a prescindere dai livelli di istruzione, con incidenza maggiore tra i titolari di:
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titolo ITS Academy (90,2%);
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diploma tecnico-professionale (85,3%);
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laurea (84,3%);
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diploma secondario (82,7%).
L’importanza dell’orientamento precoce
Per guidare le scelte formative, è dunque essenziale introdurre già nei cicli scolastici inferiori una cultura dell’orientamento consapevole, legata alla sostenibilità e all’innovazione. Le attività di orientamento dovrebbero:
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far conoscere i mestieri emergenti della green economy;
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proporre laboratori esperienziali e visite in aziende green;
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coinvolgere professionisti e testimonial del settore ambientale.
L’obiettivo è aiutare ragazze e ragazzi a collegare gli interessi personali con le opportunità professionali di un futuro sempre più verde.
Opportunità e competenze trasversali
Oltre alle abilità tecniche, la green economy richiede competenze trasversali come:
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problem solving ambientale;
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pensiero sistemico e interdisciplinare;
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capacità di lavorare in team e progettare in chiave sostenibile.
L’orientamento deve dunque valorizzare non solo il “cosa fare”, ma anche il “come imparare”, promuovendo l’attitudine al cambiamento, alla responsabilità sociale e all’innovazione ecologica.