Come trovare lavoro? Il 20% degli studenti crede nei social, ma l’84% non ha un profilo Linkedin

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Oltre 1500 studenti di classe quinta di 10 scuole superiori italiane hanno partecipato ad un tour promosso da Orienta, dove sono stati presentati i dati emersi da una ricerca condotta sul tema dell’orientamento al lavoro.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di valorizzare tra gli studenti di scuola superiore, le attività pratiche di orientamento, con strumenti meno conosciuti come il networking, ovvero la capacità di creare relazioni utili alla propria prospettiva professionale e occupazionale, ritenuta una fondamentale soft skill.

Il 45% dei giovani ne ha sentito parlare del networking, ma non sa di cosa si tratta, il 19% non la conosce e il 36% dichiara di conoscere il tema. Il 61% afferma che il networking non va confuso con la “raccomandazione”, indicata solo dal 9% degli studenti.

Come trovare lavoro? I dati della ricerca

I social network

Il 20% degli studenti crede che i social siano lo strumento per trovare lavoro, mentre l’84% non ha ancora attivato un profilo Linkedin, il principale social professionale al mondo. Il 50% dice di essere soddisfatto dei programmi delle scuole di orientamento al lavoro, contro il 38% che dice di non esserlo.

Altri canali (agenzie, centri per l’impiego, amicizie, curriculum)

Tra i canali formali per la ricerca di lavoro che i giovani ritengono più efficaci prevalgono: le agenzie per il lavoro (31%), gli uffici placement di scuole e università (19%) e con il 16% le società di ricerca e selezione.

Solo il 10% ha indicato i centri per l’Impiego. Tra i canali informali prevalgono i social network con il 21%, seguito dalle amicizie con il 19%. Le associazioni professionali e di volontariato sono indicate dall’8%.

Il curriculum, indicato dal 35% è ritenuto lo strumento più importante per la ricerca del lavoro. Il 19% crede in un’ampia e vasta rete di relazioni e il 15% nella creazione di un profilo Linkedin. Il 7% ha indicato nelle conoscenze importanti, soprattutto in ambito politico, lo strumento migliore.

Il 34% indica le gite del lavoro come azioni che la scuola dovrebbe intraprendere. Seguono corsi ed eventi su orientamento e mercato del lavoro con il 29%. Solo il 17% ha indicato più ore di alternanza scuola-lavoro.

Il direttore servizio welfare Bnet-young di orientamento al lavoro presso Orienta, Marco Vigini, dice che: “I risultati della ricerca mostrano alcuni progressi, ma evidenziano che c’è ancora molto da fare per migliorare l’orientamento degli studenti verso il mondo del lavoro.”

Per Vigini: “Fondamentale è iniziare a lavorare fin dalla scuola secondaria sullo sviluppo delle soft skills, competenze trasversali che diventano sempre più decisive nel contesto lavorativo moderno.”

Vigini continua sottolineando l’impegno concreto che viene dalla responsabilità sociale: “Ritengo che ognuno di noi può fare la differenza, oggi più che mai. Uniamoci per costruire un percorso che non solo prepari i giovani al lavoro, ma che li ispiri a trasformare il mondo, una connessione alla volta. Responsabilità di tutti noi è contribuire a un cambiamento positivo, cooperando per creare un sistema educativo che prepari adeguatamente i giovani alle sfide future evitando dispersioni e creando valore per il sistema paese.”

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