Come prevenire il burnout dell’insegnante durante la pandemia di coronavirus (se dovesse ritornare preoccupante il fenomeno a settembre)

Il termine ” tempi senza precedenti”, o “mai prima d’ora”, sono diventati un segno distintivo per descrivere il contesto in cui i docenti hanno dovuto rispondere alle mutevoli esigenze durante la pandemia di COVID-19. Le risposte nell’ampio mondo istruzione sono dipese dagli insegnanti (lavoratori in prima linea nelle classi, anche se in remoto), che quando hanno insegnato, comunque e dovunque, lo hanno fatto prendendosi prioritariamente cura degli studenti, come individui, in primis.
Quando gli insegnanti non hanno le risorse di cui hanno bisogno, e specialmente quando le richieste di lavoro prolungate in una modalità non abituale sono state elevate, gli insegnanti hanno avvertito e, comunque, avvertono un crescente stress cronico.
Gli insegnanti che sentono forte questa condizione, hanno minore capacità relazionale e capacità di supporto degli studenti; a loro volta, gli studenti a cui insegnano hanno mostrato e mostrano risultati scolastici e sociali inferiori. Quello che abbiamo imparato però non dobbiamo assolutamente dimenticarlo perché, una parte di esso, potrebbe risultare nuovamente utile nel nuovo anno scolastico.
La preoccupazione degli insegnanti per gli studenti vulnerabili è uno degli aspetti più stressanti del loro lavoro in momenti pandemici o di crisi
Innanzitutto, abbiamo visto chiaramente che gli insegnanti hanno un ruolo premuroso nella vita degli studenti al di fuori del lavoro scolastico degli studenti, e che la preoccupazione degli insegnanti per i loro studenti è stato al primo posto per loro in questo momento.
Quando chiediamo agli insegnanti di nominare i tre aspetti più stressanti del loro lavoro nelle condizioni pandemiche la prima preoccupazione espressa da molti insegnanti era destinata al modo in cui hanno usato il contatto quotidiano con gli studenti per rafforzare le relazioni stabilite e garantire che gli studenti abbiano un adeguato supporto e sicurezza.
Non essere in grado di osservare ogni bambino e ogni ragazzo, ogni giorno, ha intensificato le preoccupazioni degli insegnanti, poiché non sono stati sicuri che tutti i loro studenti stiano bene.
Di particolare preoccupazione per gli insegnanti sono i bambini che non sono stati ascoltati e le cui famiglie non hanno risposto ai loro insegnanti durante la chiusura delle scuole. Alcuni insegnanti sono arrivati al punto di andare a casa degli studenti per controllarli.
Un insegnante amico mio ha detto:
“Ora, c’è ancora più preoccupazione su come i bambini stanno affrontando e su come le loro famiglie stanno affrontando. … Non sono nemmeno veramente preoccupato per ciò che stiamo insegnando: questa è l’ultima delle mie preoccupazioni”.
Gli insegnanti vedono disuguaglianze ingigantite
In secondo luogo, gli insegnanti hanno visto ingigantite le disuguaglianze nell’accesso all’apprendimento. Più amplificate e estese del semplice divario digitale.
Una collega ha detto:
“Gli studenti potrebbero non avere un pasto caldo quel giorno, quindi stiamo raggiungendo loro, a casa, attraverso il comune, la parrocchia e la Caritas, per consegnare del cibo. Per il resto, la nostra scuola sta lavorando, con impegno, per garantire la tecnologia a quei bambini che non l’hanno permettendo loro si agganciarsi a Internet”.
Anche gli studenti con accesso a Internet e dispositivi non sono tutti ugualmente supportati, però.
Alcuni bambini hanno bisogno di più supporti scolastici mirati perché hanno bisogni educativi speciali o genitori che non parlano la lingua di insegnamento e gli insegnanti hanno riferito, parlando tra loro o confrontandosi negli organi collegiali, che non tutti i bambini hanno avuto uguale accesso a tale sostegno quando non erano a scuola. Alcuni non hanno nessuno che li aiuti perché i loro genitori lavorano (nonostante la pandemia), e non hanno potuto garantire, ai figli, quella necessaria disponibilità.
Gli insegnanti riconoscono di avere un ruolo da svolgere nell’affrontare le disuguaglianze e hanno fornito e forniranno (qualora fosse nuovamente necessario) materiali di apprendimento in più modi oltre ai supporti online. In alcuni casi, gli insegnanti hanno insegnato anche da un letto di ospedale.
Gli insegnanti e le risorse iniziali
L’approccio di maggior successo nell’offrire risorse agli insegnanti è quello che si concentra, inizialmente, su meccanismi di insegnamento familiari e dopo, successivamente, offre gradualmente opzioni più complesse. Gli insegnanti che erano inondati di siti Web, piattaforme di apprendimento e altre risorse spesso li vedevano non come risorse, ma come richieste, determinando, di fatto un maggiore disorientamento (che, talvolta, ha portato a delle vere e proprie crisi) degli insegnanti.
Potrebbe sembrare controintuitivo che offrire molte risorse per rafforzare l’apprendimento non sia stato utile durante un periodo di stress, ma tale circostanza è stata confermata dai dati dell’intervista.
Gli insegnanti hanno dimostrato i massimi livelli di attenzione e operatività quando inizialmente hanno ricevuto richieste ridotte e l’opportunità di concentrarsi su strategie e aspettative loro più familiari con gli studenti (il classico WhatsApp, ad esempio). Dopo essersi adattati alla nuova realtà gli insegnanti, sono stati in grado di aggiungere più risorse e vederle come supporti.
La modellazione prevede il fatto che durante le fasi iniziali di disorientamento dei lavoratori, è più efficace ridurre le richieste piuttosto che fornire risorse, piuttosto che inondarli di circolari, messaggi, spesso, contradditori, modelli e modellini, vademecum e format, talvolta, inutili.
Il supporto percepito è importante per la resilienza degli insegnanti.
I dati dimostrano, e la nostra esperienza ci è, in tal senso, di conforto, che gli insegnanti che hanno percepito un elevato supporto da parte dei genitori o un alto supporto chiarificatore da parte del dirigente scolastico hanno affrontato meglio questi mutamenti del loro modo di insegnare (fuori dalle aule o in aule virtuali).
Molti insegnanti, per la verità, quando gli si chiede di narrare la chiusura della scuola per pandemia, parlano, quasi tutti, di un periodo iniziale di incertezza e stanchezza, in cui la loro efficacia e fiducia è notevolmente diminuita.
Gli insegnanti che hanno percepito il peso delle richieste da parte di genitori e dei dirigenti scolastici durante questo periodo hanno manifestato una maggiore difficoltà a far fronte al cambiamento. Gli insegnanti che hanno percepito, invece, il supporto collegiale (i colleghi di plesso, di classe o interclasse, di intersezione, che hanno posto dei limiti al proprio tempo e che hanno praticato la comprensione di sé, hanno avuto più successo nel recuperare efficacia e fronteggiare le difficoltà.
Gli insegnanti, gli studenti, l’apprendimento remoto e la collaborazione professionale
Durante la pandemia, gli insegnanti hanno espresso preoccupazione per la ricerca dei modi migliori per coinvolgere gli studenti attraverso l’apprendimento remoto durante la pandemia. Il coinvolgimento degli studenti è stato messo in evidenza come una preoccupazione significativa.
Gli insegnanti hanno osservato che senza un’osservazione e un monitoraggio coerenti basati sull’aula, è ancora più importante che i compiti e le attività di apprendimento motivino gli studenti a sostenere la loro attenzione e la loro concentrazione. Alcuni docenti, per esempio, hanno affermato che la collaborazione dei colleghi era importante. Quando gli insegnanti hanno lavorato insieme per sviluppare un percorso di intervento interdisciplinare basato sul tema nella progettazione della lezione (anche attraverso un’UDA), ciò ha portato a studenti più coinvolti e ha rafforzato le comunità di apprendimento professionale esistenti.
Ascoltare le voci egli alunni
Al fine di garantire che i nostri alunni ottengano la migliore istruzione possibile (sia durante l’apprendimento a distanza sia, a settembre, nel caso di un ritorno, quasi certo, in classe), è necessario, sempre e comunque, che i genitori sostengano sempre gli insegnanti nel processo finalizzato, prima ancora che all’apprendimento, ad ascoltare le loro voci. Ciò sarà importante per garantire che questi alunni essenziali del gruppo educativo rimangano resilienti, capaci di fronteggiare, sempre e comunque, anche questo tipo di emergenza e di avversità educativa, oltre che sanitaria e socio-economica.