Classi differenziali, le parole di Canevaro su assimilazione e integrazione sempre attuali: un ambiente educativo flessibile e reattivo

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La visione educativa di Andrea Canevaro, noto pedagogista scomparso nel 2022, continua a influenzare il panorama dell’educazione inclusiva in Italia. Le sue parole riemergono nel dibattito scaturito dall’editoriale di Ernesto Galli della Loggia apparso sul Corriere della Sera alcuni giorni fa.

Canevaro, nelle sue riflessioni, ha sottolineato il concetto di “integrazione” come un processo dinamico di reciproca adattabilità tra studente e istituzione scolastica, specialmente nel contesto dell’inclusione degli studenti con disabilità.

Canevaro distingueva nettamente tra “assimilazione” e “integrazione”. Secondo lui, l’assimilazione avviene quando uno studente viene ammesso in una scuola che non apporta alcuna modifica alle sue strutture o metodologie. Questo approccio, però, non favorisce la vera inclusione, poiché ignora le necessità individuali dell’alunno. L’integrazione, invece, implica un mutuo adattamento sia da parte dello studente che dell’istituzione scolastica, creando un ambiente educativo più flessibile e reattivo alle diverse esigenze.

Canevaro sottolineava l’importanza del riconoscimento e dell’assunzione delle identità e delle conoscenze ‘incorporate’ degli studenti, soprattutto di quelli con disabilità. Ciò implica che le scuole dovrebbero non solo accettare la diversità degli studenti, ma anche valorizzare e integrare le loro esperienze uniche nel curriculum e nelle metodologie didattiche.

La differenziazione tra assimilazione e integrazione è fondamentale nelle scelte educative relative agli studenti con disabilità. Un approccio integrativo implica l’adattamento delle strutture scolastiche, dei metodi didattici e degli ambienti di apprendimento per soddisfare le esigenze di tutti gli studenti. Ciò non solo aiuta gli studenti con disabilità a raggiungere il loro pieno potenziale, ma arricchisce anche l’esperienza educativa di tutti gli studenti.

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