Classi di accompagnamento per alunni stranieri e potenziamento il pomeriggio, l’idea di Valditara. Opposizioni: “Proposta ideologica, no a ghetti a scuola”
Classi di accompagnamento e potenziamento il pomeriggio se il deficit linguistico lo necessita: è l’idea del Ministro Giuseppe Valditara per gli studenti stranieri. Valditara in un’intervista a Libero illustra l’esempio di altri paesi europei.
Il Ministro in particolare, partendo dai paesi dell’Unione europea, ricorda che “esistono tre modelli: in alcune nazioni gli stranieri vengono inseriti direttamente nelle classi ordinarie, in altre gli studenti provenienti dall’estero seguono per un certo periodo un’offerta scolastica distinta (classi di accoglienza o di transizione)“.
Secondo Valditara “ogni scuola dovrebbe verificare all’atto di iscrizione le competenze dei ragazzi immigrati. Dopodiché dovremmo lasciare alle scuole la scelta fra i tre percorsi. La prima possibilità ovviamente è quella dell’inserimento tout court nelle classi esistenti, se il tasso di apprendimento della lingua italiana è buono. Se invece ci sono dei deficit molto rilevanti dovremmo pensare a due soluzioni alternative. Il ragazzo straniero viene inserito come tutti in una determinata classe, tuttavia le lezioni di italiano ed eventualmente anche quelle di matematica le frequenta in una classe di accompagnamento con docenti specializzati e una didattica potenziata“.
Un’altra ipotesi è quella del potenziamento il pomeriggio: “seguire al pomeriggio attività obbligatorie di potenziamento linguistico extracurricolare. Ovviamente prima di introdurre queste soluzioni occorre avviare un confronto ampio, tenendo sempre presente che per noi l’autonomia scolastica è un punto fermo“.
Sarà necessario ragionare sull’organico e sulle risorse. “Intanto – afferma il Ministro –ci sono risorse nostre per 85 milioni di euro e risorse del ministero dell’Interno dal Fondo asilo migrazione integrazione che gestiamo noi e sono altri 70 milioni di euro. Questa può essere una base di partenza per studiare un progetto realmente inclusivo“.
Il no dell’opposizione
Pronto il no delle opposizioni. Secondo Irene Manzi, responsabile scuola del Pd, si tratta “dell’ennesima soluzione propagandistica – buona forse per promuovere il suo libro di prossima uscita – a un tema importante che è quello dell’integrazione degli studenti con background migratorio. Con le classi separate o di transizione si strizza l’occhio al proprio elettorato con una proposta ideologica. Varrebbe la pena conoscere meglio quanto già avviene in tante realtà scolastiche in giro per l’Italia con forte immigrazione e provare a mettere in campo strategie e azioni specifiche di accompagnamento e mediazione per gli studenti stranieri“.
“La separazione vagheggiata da Valditara rischia di creare danni maggiori di quelli già esistenti. Valditara parla di test di ingresso, ma non si capisce esattamente a quale platea si rivolgerebbe questa misura. Ma soprattutto: non crede Valditara che riservare lezioni separate a gruppi di studenti possa portare a “ghetti” in ciascuna scuola, con la conseguenza di ostacolare l’apprendimento informale della lingua italiana, che chi conosce la scuola sa essere importante tanto quanto l’apprendimento formale perché produce integrazione reciproca? E ancora: se un alunno non raggiunge il livello di competenza richiesto che fine fa? Resta in classe separata all’infinito? E infine: che risorse intenderebbe stanziare il ministro per promuovere ed incrementare l’inclusione? Perché non parla di aumentare già adesso i fondi su questo fronte, soprattutto per gli istituti che si trovano in zone a forte immigrazione? Ecco: il limite tra la propaganda e un approccio serio a questioni così importanti è sempre lo stesso: i soldi. E Valditara da quando ha messo piede a Viale Trastevere si è distinto solo per misure a costo zero, tagli e definanziamenti. Tra propaganda e serietà Valditara milita costantemente nel primo campo”. Così i capigruppo M5S in commissione cultura alla Camera e al Senato Antonio Caso e Luca Pirondini.