Il cinque per mille alle scuole? Vi sono casi dove già esiste
Una delle misure che ha creato grande scalpore, in merito alla riforma in essere ed in fase di approvazione al Senato, sul sistema scolastico, è stata quella del 5 per mille. Norma, come è noto, che è stata poi cancellata.
Una delle misure che ha creato grande scalpore, in merito alla riforma in essere ed in fase di approvazione al Senato, sul sistema scolastico, è stata quella del 5 per mille. Norma, come è noto, che è stata poi cancellata.
Diverse sono state le prese di posizioni, specialmente da chi opera nel terzo settore, temendo una riduzione delle risorse per le proprie realtà di riferimento. Ma la principale voce di opposizione ha riguardato il condizionamento dei soggetti esterni nell'esercizio della vita ordinaria della scuola.
La riforma sulla scuola prevede l'apertura al territorio, prevede il coinvolgimento di soggetti terzi, prevede la possibilità di interventi finanziari anche da parte di soggetti privati, ma, per alcuni aspetti, ciò non è una novità, ovviamente ciò non significa che possa e debba essere legittimato un simile sistema, però è il caso di capire cosa accade realmente nelle nostre scuole italiane.
Le risorse in essere sono minime, il contributo volontario de facto costituisce una delle voci principali per la vita della scuola, ed i contributi dei privati esistono da diverso tempo, si va dalle sponsorizzazioni, ad interventi strutturali finanziati da banche ed associazioni, ad interventi volti a sostenere determinati progetti nella scuola.
Esistono realtà associative, che operano in alcune zone italiane, specialmente nel nord est, che sono abilitate alla ricezione del 5 per mille, ma precisano, che dette risorse andranno a sostenere direttamente,andranno a finanziare attività formative organizzate da certe e determinate Istituzioni Scolastiche.
Insomma un raggiro effettivo del 5 per mille.
D'altronde come dovrebbe essere noto l'articolo 55 Regolamento concernente le "Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche" firmato dal Ministro dell'Istruzione De Mauro, Dal Ministro Fassino e Visco, prevede espressamente che le istituzioni scolastiche possono accettare donazioni, legati ed eredità anche assoggettate a disposizioni modali, a condizione che le finalità indicate dal donante, dal legatario o dal de cujus non contrastino con le finalità istituzionali. Mentre l'articolo 33 del citato regolamento dispone che il Consiglio di istituto delibera in ordine alla accettazione e alla rinuncia di legati, eredità e donazioni.
Dunque il Consiglio d'Istituto può rifiutare queste forme di finanziamento, ( donazioni) specialmente quando incidono su aspetti formativi del settore scolastico. A volte i soggetti di queste associazioni vengono invitati anche a partecipare in sede di Consiglio d'Istituto.
La normativa generale prevede che possono essere chiamati a partecipare alle riunioni del consiglio di circolo o di istituto, a titolo consultivo, gli specialisti che operano in modo continuativo nella scuola con compiti medico, psicopedagogici e di orientamento.
Però in via regolamentare spesso viene normato che al Consiglio d'Istituto possono partecipare a titolo consuntivo e su esplicito invito del Presidente soggetti esterni con diritto di parola purché intervengano esclusivamente in relazione ai punti posti all'ordine del giorno al fine di rendere le informazioni più approfondite per le deliberazioni. Ed è quello che spesso accade.
Vista la presa di posizione e l'irritazione che ha suscitato la questione del 5 per mille destinata alle Istituzioni Scolastiche, è auspicabile una similare presa di posizione anche per le formule indirette che in sostanza concretizzano le medesime finalità di cui alla norma stralciata nel disegno di legge sulla buona scuola.