“Ci vuole un secondo a stroncare l’autostima”, il web si indigna per l’umiliazione di Gaia: “Conta il percorso, non solo il risultato. Basta con la società dove la cattiveria prevale sulla gentilezza”

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Durante la puntata di Domenica In post Sanremo 2025, la giovane cantante Gaia è stata protagonista di un episodio spiacevole. Un giornalista presente in studio le ha comunicato il suo ultimo posto nella classifica del televoto, sottolineando la percentuale di voti ricevuti (0,32%).

“Sei ultima, con lo 0,32% dopo Marcella Bella”, ha affermato il giornalista. Gaia, visibilmente emozionata, ha replicato con grande professionalità: “Ci può stare, sono comunque felice di quello che ho portato in questa settimana al Festival”.

Il web insorge: “Non è giornalismo, è maleducazione”

L’episodio ha scatenato l’indignazione del web. Sulla pagina Instagram “Thatsfabofficial”, l’atteggiamento del giornalista è stato duramente criticato e definito come “maleducato, irrispettoso e indelicato”. Molti utenti hanno commentato l’accaduto, sottolineando come simili comportamenti siano sintomatici di una società dove la cattiveria prevale sulla gentilezza e dove il risultato finale conta più del percorso e dell’impegno. “Ci vuole un secondo a stroncare l’autostima di qualcuno”, ha scritto un utente, mentre altri hanno evidenziato come questo episodio sia il frutto di una retorica basata sul politicamente scorretto a tutti i costi.

Il talento di Gaia e la maturità della sua risposta

Tra i commenti, in molti hanno elogiato il talento di Gaia e la sua risposta composta e matura di fronte all’attacco del giornalista. Qualcuno ha poi ricordato come la classifica di Sanremo non sia sempre indice di successo, citando l’esempio di Vasco Rossi, arrivato ultimo al Festival agli inizi della sua carriera. “Largo ai giovani”, ha concluso un utente, a dimostrazione del sostegno e dell’apprezzamento per la giovane artista.

Una società che pensa solo ai risultati?

L’accaduto rimanda a una riflessione più ampia sul sistema scolastico e i suoi valori. Il focus ossessivo sul risultato finale, sulle valutazioni e sulle classifiche, rischia di oscurare l’importanza del percorso di apprendimento, dello sforzo individuale e della crescita personale. In un simile contesto, la gentilezza, l’empatia e il supporto reciproco possono essere messi da parte in favore di una competizione sfrenata e spesso dannosa.

L’ approccio, purtroppo, si riflette anche nel mondo esterno, dove il successo viene misurato esclusivamente in base a parametri quantitativi, a scapito della qualità del lavoro svolto, delle competenze acquisite e delle relazioni umane.

La scuola, invece, dovrebbe promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e collaborativo, dove gli studenti siano incoraggiati a dare il meglio di sé, indipendentemente dai risultati ottenuti.

L’impegno, la perseveranza e la capacità di superare le difficoltà dovrebbero essere valorizzati tanto quanto i voti alti, insegnando ai giovani l’importanza del percorso di crescita personale e professionale. Solo così la scuola potrà formare cittadini consapevoli, responsabili e capaci di costruire una società più giusta e solidale.

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