Chiusura scuole per covid, la sottosegretaria Floridia: “Solo in casi estremi. Stop ad abusi da parte dei Governatori”

La sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, “punge” i presidenti di Regione, invitandoli ad adottare la misura estrema della chiusura delle scuole solo nei casi realmente gravi.
“Il variare del virus ha spinto gli esperti a raccomandare la chiusura di tutte le scuole nelle zone rosse e, anche se a fatica, lo dobbiamo accettare ma non possiamo accettare che i presidenti di regione abusino della facoltà che gli viene data di chiudere le scuole anche in altre aree che dovessero essere particolarmente a rischio. DEVONO limitarsi a casi estremi“, scrive la sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione su Facebook.
Infatti, secondo Floridia, “la salute dei nostri giovani non consiste solo nel proteggerli dal virus ma la loro salute consiste anche nel loro benessere psicofisico e nella possibilità di sviluppare, in modo sano, la sfera relazionale” e tira in ballo la questione hikkimori, rilvendo che “sono sempre più numerosi“, come anche “numerosi sono anche i ragazzi che cominciano a manifestare disturbi alimentari, dell’apprendimento e del comportamento. E le misure vanno assunte con responsabilità e nella totale comprensione delle conseguenze che portano con sé“.
Ecco perché, prosegue la pentastellata, “le scuole, quindi, devono essere gli ultimi spazi di vita sociale a chiudere! E devono chiudere solo se anche tutto il resto è chiuso“.
La sottosegretaria all’Istruzione conclude: “Non ci sono soluzioni facili e veloci, come le chiusure. Ci sono solo soluzioni difficili e lente e sono quelle giuste, come tenere le scuole aperte (luoghi sicuri) e fare in modo che tutto il resto intorno alle scuole funzioni!“.
Dall’altro lato della “barricata”, i governatori come Michele Emiliano, della Puglia, invece chiedono un intervento preciso dal Governo centrale: “Si dica chiaramente che le Regioni, ove dovesse succedere una catastrofe scolastica, non sono responsabili. Su questo punto tutti i governi, più quello precedente che l’attuale, hanno avuto l’idea di promuovere la scuola in presenza ma nessuno si è sentito in dovere di togliere i poteri residui ai presidenti di Regione sulla scuola“.