Chiedere a gran voce le misure per una sicurezza di base. Lettera

Inviata da Maia Cavazzana – Le scuole non possono avere i rilevatori di temperatura, perché ci vorrebbe un bando e poi l’Azzolina dice che la febbre si prova a casa.
Le scuole non possono avere i tamponi rapidi: troppo complicato, mica semplice come per studi televisivi, negozi, uffici, associazioni sportive.
Le scuole non possono avere strutture moderne che permettano di modulare gli spazi (figuriamoci, già tanto se il tetto è più o meno intero).
Le scuole non possono avere classi con numeri umani di studenti, anzi quest’estate 2020 – in piena pandemia – sono state smistate classi di 17 studenti rendendo sovraffollate le altre.
Ma le scuole (alcune) non possono nemmeno fare la didattica integrata (DDI), dimezzando gli studenti presenti in una singola classe, perché la connessione non regge e per i professori è un lavoro complicato.
Gli orari non si possono cambiare, perché i docenti non sono disponibili o per contratto.
Nessuno ormai può dire che in classe (in 28 per 6 ore filate) sia possibile che avvenga un contagio perché “è stato scientificamente provato” (da chi e come visto che i tracciamenti sono saltati a metà ottobre proprio qualche settimana dopo l’apertura delle scuole?), perché d’altra parte questi poveri ragazzi si stanno rimbambendo nelle loro camerette. E pur di farli uscire ad ogni costo non si vuol vedere che, se l’apertura è la stessa di settembre (e in molti casi è così), allora non durerà molto e torneranno nelle loro camerette, questa volta magari in isolamento.
E poi, in classe finestre aperte sempre? Ma gli viene il raffreddore o il mal di gola e non possono andare a scuola (ma nemmeno stare a casa, visto che non hanno diritto a seguire a distanza e vengono segnati assenti).
Anche in pandemia, in situazione di emergenza, non sappiamo farci valere per i diritti dei ragazzi, che la maggioranza dei genitori esasperati e armati di belle speranze riducono in un “devono tornare in classe tutti e basta”.
Per tornare in classe e non dover chiudere tutto in poche settimane, servono misure concrete rapidamente: cortili aperti per bici e monopattini, mezzi privati che facciano da scuolabus, orari veramente scaglionati, gel igienizzante nelle aule, mascherine per tutti, termoscanner all’ingresso, screening periodici come nelle squadre agonistiche, sistemi di areazione, didattica integrata se gli studenti sono troppi per una sola aula (ditemi voi dove – di questi tempi- si fanno riunioni in 28 in una stanza per 6 ore filate?) che vuol dire connessioni adeguate (per le quali sono stati stanziati soldi dal governo).
Invece noi genitori stiamo qui ad attaccarci gli uni gli altri, da un lato quelli che “basta che tornino a scuola a qualsiasi condizione” (ma alla sicurezza e alla salute non ci pensi?) e dall’altro quelli che “a queste condizioni è una follia e richiuderanno subito” (ma alla socializzazione e all’educazione di tuo figlio non ci pensi?).
Chiedere a gran voce tutti insieme (genitori, alunni, professori, dirigenti scolastici) le misure per una sicurezza DI BASE (che non si negano a nessun altro ambiente di aggregazione), perché non riusciamo a farlo????