Chiamato per una supplenza, Ata non si presenta al lavoro: “È morto mio padre”. Il certificato era falso, ma il giudice lo assolve: “Si vedeva che era palesamente contraffatto”
Una vicenda particolare si è consumata in una scuola di Roma. Un collaboratore scolastico di 52 anni, assunto come supplente per cinque giorni, ha consegnato un falso certificato di morte alla preside per evitare le ultime tre giornate lavorative.
Il caso, avvenuto nel 2019, è tornato alla luce recentemente quando l’uomo è stato assolto dalle accuse di interruzione di pubblico servizio e falsificazione di documento.
Dopo due giorni di supplenza, il collaboratore scolastico si è reso irreperibile. La preside, di fronte alla sua assenza, ha dovuto cercare un altro sostituto. Nel farlo, ha scoperto che l’uomo aveva già accettato un nuovo incarico in un’altra scuola. Insospettita, ha richiesto un certificato di morte per verificare la sua dichiarazione. Il documento, però, era palesemente falso: scritto tutto in minuscolo e con un timbro non ufficiale.
La preside ha prontamente segnalato il caso, sospendendo il pagamento dei giorni lavorati dall’uomo. Il collaboratore scolastico, ammettendo la sua colpa, ha dichiarato di meritare la mancata retribuzione, attribuendo il suo comportamento a “molti problemi” personali.
Nonostante l’accaduto, il pm ha chiesto l’assoluzione per entrambi i capi d’accusa, sostenendo che il falso era facilmente riconoscibile e che non c’era stata alcuna interruzione nel pubblico servizio. Il giudice ha confermato l’assoluzione, lodando l’impegno degli altri collaboratori scolastici che hanno coperto l’assenza dell’uomo.