Chiamata diretta, fumata nera. Ai sindacati non piace proposta Ministero, ritardo su contratto

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Lo avevamo detto, oggi era il banco di prova di quanto il Ministro Fedeli voglia prendere le distanze dalla legge 107/2015, e in particolare sulla chiamata diretta, ossia i criteri che i Dirigenti Scolastici utilizzeranno per l’assegnazione dei docenti dall’ambito territoriale alla scuola.

Stamattina è proseguito il confronto sul testo del contratto, ma alla fine è stato licenziata solo la parte relativa al personale ATA ed educativo.

Per i docenti, ci sarà ancora da attendere. Prossimo incontro il 26 gennaio.

Ma la proposta dell’Amministrazione sulla chiamata diretta, sulla quale in questi giorni i sindacati elaboreranno le proprie considerazioni, sembra non piacere ai sindacati, che su questo punto sono molto decisi. L’accordo sulla chiamata diretta è parallelo e contestuale a quello sulla mobilità, per cui i testi andranno firmati assieme, se si riuscira a trovare un equilibrio tra le parti.

Tutti i sindacati si sono riservati di fare le proprie valutazioni al fine di proseguire il confronto – afferma la FLCCGIL – ma non hanno potuto non evidenziare che la distanza tra quanto appena abbozzato dall’amministrazione, e quanto chiedono di fare i sindacati, appare molto ampia.

Ancora più netta la posizione della Gilda, che comunque ha già annunciato che non firmerà il testo del contratto sulla mobilità. ”

La cosiddetta sequenza contrattuale – spiega la Gilda – prevede un elenco di competenze molto lungo tra le quali i dirigenti scolastici dovrebbero individuare, in base al PTOF, le professionalità da inserire negli organici delle scuole. Ed esattamente come l’anno scorso, in questa lista risulta del tutto assente qualsiasi riconoscimento dell’anzianità di servizio”.

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