Chiamata diretta, CUB: contrari dirigenti garanti collegialità e fautori concezione cooperativa della scuola
CUB – Nelle ultime settimane abbiamo avuto, per così dire, il piacere di leggere le più incredibili deliberazioni da parte di Dirigenti Scolastici pienamente compresi del nuovo ruolo assegnatogli dal Governo con la legge 107.
CUB – Nelle ultime settimane abbiamo avuto, per così dire, il piacere di leggere le più incredibili deliberazioni da parte di Dirigenti Scolastici pienamente compresi del nuovo ruolo assegnatogli dal Governo con la legge 107.
Non pochi Dirigenti in giro per l'Italia hanno dato il meglio di se andando anche al di la delle molte prerogative che la cosiddetta "buona scuola" assegna loro.
Una generazione di tirannelli si aggira per il Belpaese convinta di poter fare il bello e il cattivo tempo all'interno delle "loro" scuole.
Per contrasto abbiamo letto in questi ultimi giorni non poche dichiarazioni di Dirigenti Scolastici poco o per nulla convinti di doversi trasformare in pretoriani della scuola modello Renzi. Questi Dirigenti non trovano, evidentemente, commendevole il fatto di doversi trasformare in selezionatori a la carte dei docenti che lavoreranno nelle scuole e di assegnatori "insindacabili" di quel bonus al merito (sic), che si appresta a diventare l'unica ragionevole speranza di rimpinguare uno stipendio docente ormai fermo dal 2009. Se si aggiunge l'immondo balletto sulle cifre del possibile aumento legato al futuribile rinnovo del contratto, cifre che parlano di un aumento complessivo tra i sei e i dieci euro, si comprende come il ruolo dirigenziale diventa decisivo nella scelta di chi potrà aumentare il proprio stipendio e chi no.
Quei Dirigenti che hanno interpretato il loro ruolo in questi anni come garanti della collegialità delle scelte dell'istituto che hanno presieduto, che hanno in buona fede pensato possibile coniugare un ruolo dirigenziale con un modello di lavoro cooperativo, non possono che trovarsi in difficoltà di fronte a una legge che li vuole entusiasti gestori della scuola della competizione tra colleghi e colleghe e solerti applicatori del ruolo discriminatorio previsto dalla L.107.
Ci auguriamo che i gesti di critica radicale di fronte alla pessima scuola di Renzi e compagnia si diffondano non solo tra coloro che dovrebbero applicarne le logiche ma anche tra coloro che già le stanno subendo.
Costruire nelle scuole una mobilitazione che sia in grado di cancellare la legge 107 e che ottenga forti aumenti salariali in busta paga per tutte e tutti è l'obiettivo che ci prefggiamo nel corso del secondo anno della scuola renzizzata. Critiche pubbliche pesanti, come quelle dei Dirigenti che non hanno abdicato a una concezione cooperativa e collegiale della scuola, sono un incentivo e un aiuto nel costruirla.