Chi imbratta o danneggia gli edifici scolastici rischia fino a 3 anni di carcere e 12mila euro di multa. È nel Decreto sicurezza

Il Decreto Sicurezza approvato il 4 aprile 2025 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 aprile, modifica l’articolo 639 del codice penale, prevedendo pene più severe per chi deturpa o imbratta beni adibiti a funzioni pubbliche, inclusi edifici scolastici e strumenti didattici. In presenza dell’intento di ledere l’onore o il decoro dell’istituzione, la nuova normativa stabilisce la reclusione da sei mesi a un anno e sei mesi e una multa da 1.000 a 3.000 euro. Se il responsabile risulta recidivo, le sanzioni aumentano fino a tre anni di carcere e 12.000 euro di multa.
Danneggiamenti aggravati durante manifestazioni pubbliche
Il decreto interviene anche sull’articolo 635 del codice penale, aggravando le pene per i danneggiamenti commessi in occasione di manifestazioni pubbliche. Se tali atti sono accompagnati da minacce o violenza, la pena è innalzata alla reclusione da un anno e sei mesi fino a cinque anni e alla multa fino a 15.000 euro. Le nuove misure mirano a contenere episodi che, in particolari contesti di protesta, possono coinvolgere anche studenti e trasformarsi in atti vandalici.
Ripristino dei luoghi e prova dell’intenzionalità
Il decreto prevede inoltre che il giudice possa ordinare il ripristino e la pulizia dei luoghi danneggiati. Tuttavia, la norma richiede che sia provato l’intento di ledere l’onore dell’istituzione, elemento che potrebbe rendere complessa l’applicazione della sanzione.