Chi ha 30 anni andrà in pensione dopo i 70, i quarantenni devono superare i 69

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Chi è nato nel 1993 e ha appena compiuto 30 anni dovrà aspettare di aver compiuto i 70 prima di poter accedere alla pensione di vecchiaia a meno di non aver maturato un assegno almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale: è quanto emerge dal simulatore Pensami dell’Inps aggiornato alle regole della manovra per quest’anno. Ma l’importo minimo per lasciare il lavoro in anticipo (a 66 anni e 11 mesi) l’anno prossimo con la nuova legge di Bilancio dovrebbe salire a 3 volte l’assegno sociale rendendo più complicata l’uscita

La riforma pensionistica prevista per il prossimo anno introduce una modifica significativa, eliminando il requisito minimo di pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Questo cambiamento è una buona notizia per coloro che hanno avuto una carriera lavorativa discontinua, purché abbiano accumulato almeno 20 anni di contributi. Grazie a questa modifica, non sarà più necessario attendere fino a 74 anni e 5 mesi per andare in pensione, come accadeva in precedenza per chi aveva contributi bassi.

Per esemplificare, consideriamo il caso di una persona nata a gennaio del 1993, che ha iniziato a lavorare subito dopo la scuola superiore, all’inizio del 2012. Con le nuove regole, questa persona potrebbe accedere alla pensione anticipata, a 64 anni e 11 mesi, dopo aver versato 45 anni e 7 mesi di contributi.

Secondo le simulazioni aggiornate, che tuttavia dovranno essere riviste con l’entrata in vigore delle nuove norme nel 2024, un uomo nato nel 1963 potrebbe andare in pensione nel 2026, dopo 42 anni e 10 mesi di contributi, considerando anche un periodo di attesa di tre mesi. Tuttavia, questo scenario potrebbe cambiare se venisse anticipata l’aggiunta dell’aspettativa di vita al calcolo dei contributi per la pensione anticipata. Lo stesso individuo, nato a gennaio del 1963, andrebbe in pensione di vecchiaia a 67 anni e 4 mesi nel 2030, senza la possibilità di anticipare, se ha iniziato a lavorare prima del 1996 con un sistema di calcolo retributivo.

Per un uomo nato a gennaio del 1983, che ha iniziato a lavorare a 14 anni, la pensione di vecchiaia si prospetta nel 2049, a condizione che abbia maturato un importo di pensione pari a 2,8 volte il minimo, o nel 2052 a 69 anni e 5 mesi se non raggiunge tale importo. Potrebbe invece optare per la pensione anticipata a ottobre 2041, a quasi 59 anni, con almeno 44 anni e 5 mesi di contributi.

Per una donna nata a gennaio del 1973, che ha iniziato a versare contributi dal gennaio 1997, la pensione anticipata è raggiungibile nel 2040 dopo 43 anni e 3 mesi di contributi. Per la pensione di vecchiaia, invece, bisogna attendere il 2041, a 68 anni e 7 mesi, a meno che non si sia accumulato un assegno pari a 2,8 volte l’assegno sociale. In questo caso, l’accesso alla pensione è possibile nel 2038, a 65 anni e 3 mesi, con almeno 20 anni di contributi, essendo il suo percorso interamente nel sistema contributivo.

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