Chi dice NO allo svolgimento dell’esame di Stato in presenza
comunicato P.S.P. – Gruppo Maturità 2020 – S.B.C. – In questa delicata fase 2 l’esame in presenza, voluto dalla Ministra Azzolina, ci sembra un rischio del tutto inutile, considerato il fatto che si potrebbe svolgere in sicurezza da remoto, come del resto avverrà per gli esami conclusivi della scuola secondaria di primo grado e come sta già avvenendo per gli esami di laurea.
La nostra contrarietà agli esami di Stato in presenza, manifestata anche attraverso petizioni di docenti e studenti e più volte espressa prima che fosse varata l’Ordinanza Ministeriale, nasce dal fatto che viviamo ancora in una situazione di emergenza da pandemia soprattutto in quelle regioni che hanno avuto alti numeri di morti e di contagi; la situazione non è affatto rassicurante, anzi resta critica in molte parti del Paese.
Inoltre facciamo presente che manca circa un mese all’esame e sappiamo che nelle scuole non ci sono le condizioni minime per svolgere l’esame di Stato in condizioni di sicurezza e consideriamo assolutamente insufficienti quelle messe a punto dal Direttore Generale Giovanna Boda e dal comitato tecnico scientifico in un documento che oggi sarà discusso con le OO.SS di categoria.
Tali non garantiscono un esame in assoluta sicurezza: pur contemplando la possibilità che i soggetti a rischio, sia candidati che commissari, possano partecipare da remoto, nulla sappiamo di misure atte ad individuare i possibili portatori asintomatici del virus, i quali fruirebbero dei servizi di trasporto pubblico per poi trascorrerebbero molte ore in un ambiente chiuso insieme altre persone potenzialmente contagiabili.
Chiediamo pertanto alla Ministra Lucia Azzolina il ritiro immediato dell’ O.M. e lo svolgimento on line dell’esame di Stato 2020 in tutto il Paese, al fine di tutelare gli studenti, le famiglie e tutto il personale scolastico, ed evitare così inutili rischi che potrebbero rivelarsi fatali per la salute di tutta la collettività, vanificando i sacrifici a cui siamo stati tutti costretti durante la fase 1.
Perché fare un esame in una situazione a rischio allorquando è possibile farlo in assoluta sicurezza?
Cosa deve dimostrare il Governo sulla pelle di studenti, docenti e personale ATA?
Cui prodest?