ChatGPT supera l’esame per l’ammissione ai corsi all’università di Torino
La possibilità di utilizzare ChatGPT per sostenere gli esami universitari è confermata da un esperimento condotto dai docenti del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino.
Gli insegnanti hanno impiegato il noto sistema generativo di testo, basato su algoritmi avanzati di intelligenza artificiale, per rispondere ad alcune domande tratte dai test del primo anno di Informatica. Il risultato è stato sorprendente, il software avrebbe superato senza difficoltà la totalità dei test se fosse stato una matricola iscritta all’università. Tuttavia, il gruppo di lavoro ha eseguito anche un altro esperimento utilizzando domande relative a un esame di algoritmi avanzati della laurea magistrale, e in questo caso il software ha fornito soluzioni completamente sbagliate.
Secondo il professore Elvio Amparore, uno dei docenti di Informatica coinvolti nell’esperimento, ChatGPT è in grado di formulare soluzioni corrette per rispondere a quesiti di alto livello, formulati per valutare la preparazione accademica di uno studente iscritto al primo anno del corso di laurea. Tuttavia, Amparore ha spiegato che il software non è in grado di rispondere ad esercizi più complessi. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che gli sviluppatori di OpenAI utilizzano le domande dei test universitari del primo anno dei college americani per “allenare” ChatGPT, il che consente al software di analizzare i testi e restituire risposte che sono la continuazione statisticamente più probabile della domanda stessa.
Gli esperimenti condotti dai docenti di Informatica sono stati eseguiti per valutare la capacità degli esami dell’Università di Torino di resistere all’utilizzo di ChatGPT. Anche se gli esami scritti si tengono in presenza e sotto sorveglianza, rendendo impossibile l’uso di ChatGPT, la situazione cambia quando si tratta di altre tipologie di esercizi, come le tesi o le relazioni. In questi casi, ChatGPT si rivela molto utile, poiché è capace di sviluppare testi su un argomento complesso con pochi input, come quelli forniti dai professori per valutare la preparazione degli studenti.
L’Università di Torino non ha policy stringenti sull’utilizzo di ChatGPT o di altri strumenti simili. Tuttavia, sono già stati segnalati alcuni casi sospetti in cui gli studenti hanno utilizzato questi strumenti per completare compiti scritti con una precisione che sembrava superare le loro capacità linguistiche. Alcuni atenei stranieri hanno già stilato dei manifesti in cui si fa appello ai propri studenti al fair play nella carriera accademica, sconsigliando l’uso di questi strumenti.