“ChatGPT? Non fa le versioni di latino e greco al posto degli studenti e non crea verifiche per gli insegnanti”

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Niente compiti da copiare. Solo indicazioni di massima e supporto. E anche per i professori: non si creano verifiche dal nulla. Sono le risposte che il quotidiano Il Giorno ha ottenuto dall’intervista a ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale che sta spopolando da settimane.

L’I.A. allontana le “accuse” di sostituirsi agli studenti, in primis per la copiatura: “No, ChatGPT non è uno strumento di copiatura. È una chatbot che risponde a domande di studenti su argomenti di matematica, fisica, stato e scienze sociali“.

Allora fornisce loro le soluzioni? “No, ChatGPT non fornisce soluzioni esatte. Fornisce piuttosto informazioni generali, linee guida e suggerimenti che possono aiutare gli studenti a risolvere i loro problemi“.

Alla domanda specifica se ChatGPT  viene utilizzato anche per le versioni di greco e latino, il sistema risponde: “No, ChatGPT non è stato progettato specificamente per versioni di greco e latino. Tuttavia, può fornire aiuto generale e suggerimenti su come affrontare determinate versioni“.

Si chiede anche l’uso che gli insegnanti potrebbero farne, ad esempio se con ChatGPT si possono creare le verifiche da somministrare poi agli studenti: “No, ChatGPT non è uno strumento per creare verifiche. È piuttosto una chatbot che può aiutare gli studenti a capire meglio gli argomenti che stanno studiando“.

Ricordiamo però che proprio nei giorni scorsi, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che gestisce la piattaforma di ChatGPT, un software di intelligenza artificiale relazionale.

L’Autorità ha aperto un’istruttoria a seguito della mancanza di informazione agli utenti e di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali.

Inoltre, il Garante ha rilevato che le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale, causando un trattamento di dati personali inesatto. Inoltre, l’assenza di filtri per la verifica dell’età degli utenti espone i minori a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.

 

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