ChatGPT manda in soffitta i compiti per casa? Un docente: “Più attività che richiedano originalità e spirito critico. Parafrasi e riassunti solo in classe”

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L’intelligenza artificiale rischia di mandare in soffitta i compiti a casa? Una domanda legittima vista la proliferazione del software intelligente di OpenAI.

ChatGPT non è solo un motore di ricerca come Google, ma è molto di più: genera report, scrive poesie, ordina dati. Il mondo della scuola è in allarme: come bisogna arginare il fenomeno? Negli Usa, ad esempio, si è vietato agli studenti di utilizzare computer con l’accesso all’intelligenza artificiale. L’assistente digitale fa paura, ma occorre saperlo utilizzare.

A Sette, il settimanale del Corriere della Sera, interviene Paolo Ferri, professore di Tecnologie per la didattica all’Università Bicocca di Milano: “I motori di ricerca organizzano i risultati delle nostre ricerche in base alla rilevanza, ChatGPT è una vera e propria intelligenza artificiale che, quando viene interpellata correttamente, può generare testi originali coerenti e precisi. Comprendo le preoccupazioni riguardo al fatto che potrebbe render obsoleti, in pochi mesi, compiti come la compilazione di testi o la soluzione di problemi”.

I compiti tradizionali, però, potrebbero non essere l’unica cosa minacciata dalla presenza di ChatGPT. Potrebbe anche mettere in pericolo un modello scolastico esistente da un secolo. È troppo facile per gli studenti far sì che ChatGPT li sostituisca e copi e, allo stato attuale, troppo difficile per i professori scoprirli. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli delle immense potenzialità di ChatGPT e, sebbene non possiamo controllare il suo lavoro completamente, possiamo monitorare il suo utilizzo per garantirne l’accuratezza e la rapidità nella scrittura.

Che fare, dunque? Il sistema scolastico attuale rischia di essere messo in crisi dalla presenza di ChatGPT, un vero e proprio assistente digitale che rende troppo semplice per gli studenti copiare i compiti a casa. Per evitare questo, Ferri sostiene che sarebbe necessario insegnare agli studenti come utilizzare correttamente ChatGPT, concentrandosi su attività che richiedono originalità, capacità di fare connessioni e di usare lo spirito critico. Parafrasi e riassunti dovrebbero essere fatti solo in classe. Per competere con ChatGPT, gli studenti dovrebbero essere convinti che andare a scuola significa imparare e che copiare non serve a nulla. Questo implicherebbe un cambiamento nella mentalità di un sistema scolastico che è stato finora improntato al risultato.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, invita a non avere timore di Chat GPT: “Non dobbiamo aver paura dell’Intelligenza Artificiale, dobbiamo solo governarla e integrarla nella scuola con un insieme di regole. Ciò richiede una formazione adeguata per i docenti, ma se ben diretti, gli studenti possono sviluppare le loro abilità e migliorare i loro talenti, che è il vero scopo di una scuola all’altezza delle sfide del futuro”.

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