ChatGpt, Il Garante della Privacy: “Stop provvisorio. Importante la verifica dell’età dell’utente. Serve ridurre rischio di false dichiarazioni”

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Il presidente dell’Autorità garante della privacy Pasquale Stanzione interviene al quotidiano La Repubblica in merito allo stop a ChatGpt, il sistema di intelligenza artificiale stoppato in Italia da poche settimane.

Secondo Stanzione, è stata”la pluralità, la convergenza e la gravità delle implicazioni delle possibili violazioni ad avermi indotto a procedere in via cautelare, provvisoria e d’urgenza“.

La verifica dell’età dell’utente è un aspetto rilevante – aggiunge – abbiamo chiesto alla piattaforma di indicare un metodo che riduca il rischio di false dichiarazioni. E soprattutto che gli utenti siano chiaramente informati che i loro dati vengono usati per un preciso scopo, l’addestramento dell’algoritmo”.

Per tale motivo, l’Autorità Garante della privacy sarebbe pronto a riaprire a “ChatGPT il 30 aprile, se c’è disponibilità da parte di OpenAI a fare utili passi. Mi pare che da parte dell’azienda ci sia, vediamo”.

La nostra – prosegue – è una limitazione provvisoria. Siamo di fronte a una multinazionale che supera i confini geografici e i divieti dei singoli Paesi. Ma le regole europee, come il Gdpr, stanno facendo scuola nel mondo. Come Italia indichiamo una via europea all’intelligenza artificiale, che prescinde dal liberismo accentuato statunitense come dal sovranismo autarchico della Cina o della Corea del Nord e si situa nel bel mezzo di questa nuova guerra fredda. La nostra è una strada intermedia, faticosa, per la libertà, la democrazia e la dignità della persona in Europa“.

Infatti, come riportato in precedenza, OpenAI avrà tempo fino al 30 aprile per adempiere alle prescrizioni imposte dal Garante per la protezione dei dati personali riguardo a informativa, diritti degli interessati, utenti e non utenti, base giuridica del trattamento dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi con i dati degli utenti

L’Autorità ha aperto un’istruttoria a seguito della mancanza di informazione agli utenti e di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali.

Inoltre, il Garante ha rilevato che le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale, causando un trattamento di dati personali inesatto. Inoltre, l’assenza di filtri per la verifica dell’età degli utenti espone i minori a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.

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