Chat, insulti e minacce, il bullismo dilaga tra i bambini. La Procura lancia l’allarme: “Genitori e scuole sottovalutano il problema”

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Il bullismo è un fenomeno in preoccupante aumento, che colpisce sempre più spesso bambini di età sempre più giovane. A La Stampa, la procuratrice dei minori Emma Avezzù ha lanciato l’allarme, sottolineando come le segnalazioni di casi di bullismo siano ormai all’ordine del giorno, con protagonisti anche bambini di soli nove o dieci anni.

“Mandano nelle chat foto denigratorie dei loro compagni, con insulti, disegni dei genitali e così via”, racconta la procuratrice Avezzù. “Il reato di bullismo non esiste, ma ci sono condotte reiterate come lo stalking, la diffamazione e le lesioni, che creano nelle vittime uno stato d’ansia, di panico e un senso di esclusione”.

I comportamenti si manifestano già alle elementari, con bambini che chiudono i compagni in bagno o nello spogliatoio, rubano la merenda e arrivano addirittura a minacciarli di morte. Il web e i social media amplificano il problema, rendendo il bullismo più invasivo e permettendo la rapida diffusione di contenuti offensivi.

La procuratrice Avezzù sottolinea l’importanza di monitorare le chat e i siti frequentati dai ragazzi, ma anche di sensibilizzare genitori, insegnanti ed educatori sul tema. “La strada è ancora molto lunga e riguarda un po’ tutti”, afferma. “Chi denuncia alle forze dell’ordine, ad esempio, spesso non ha visto nelle scuole un segnale di intervento”.

Le scuole hanno il dovere di segnalare i reati procedibili d’ufficio, ma la procuratrice Avezzù invita a segnalare ogni situazione sospetta, in modo da poter valutare e prendere provvedimenti.

Il ruolo dei genitori è fondamentale, ma spesso sottovalutato. “Molti genitori difendono i figli invece di prendere provvedimenti“, osserva la procuratrice. “Sottovalutano i rischi di alcuni comportamenti e il valore delle parole, che possono avere epiloghi terribili. Bisogna pensare a ciò che si dice e che si scrive in ogni contesto, perché anche le parole possono portare a conseguenze irreparabili”.

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