Chat Gpt, i prof universitari hanno paura dei “furbetti”. E già arrivano i primi casi sospetti

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Arrivano i primi sospetti casi di tesi di laurea e saggi realizzati dall’intelligenza artificiale. Sarebbero nati dentro l’Università di Firenze, come riferisce il quotidiano La Repubblica.

Qualche esempio: a scienze giuridiche il compito scritto in un italiano eccellente da una studentessa straniera che però aveva carenze di lingua. A economia un docente è rimasto perplesso sui risultati di uno studente che ha avuto un improvviso cambio di qualità.

A fare rumore è soprattutto Chat Gpt che resta la preoccupazione principale di più docenti. Chat Gpt, come altri programmi, secondo gli insegnanti potrebbe essere usato infatti per svolgere gli elaborati.

“L’applicazione dell’AI è un tema nuovo ma già ci interrogavamo sui lavori svolti dagli studenti nelle loro sedi, perché c’è una diffusa serie di persone e organizzazioni che offrono servizi di questa natura e che ci avevano preoccupato – spiega Andrea Paci, professore di Economia e gestione delle imprese – . Dovremo trovare modi per verificare la consapevolezza degli studenti su quello che hanno scritto, la loro capacità critica e formare un’integrità nell’uso di questi strumenti”.

“Ci stiamo interrogando, come docenti siamo a mani nude davanti a fenomeni di evoluzione tecnologica che diventa difficile controllare – aggiunge Carlo Sorrentino, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi – . Serve ragionare su come sfruttare l’AI per cambiare il modo di fare lezione, coinvolgere e trasformare in positivo quello che ora è un rischio”.

I professori da tempo hanno adottato le contromisure per scoprire chi copia e possono utilizzare sofware come Compilatio, per scovare i furbetti.

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