Chat delle mamme, il parere della preside Costarelli: “La tecnologia deve essere di aiuto e non complicare la vita. Servono buon senso ed equilibrio”

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Le chat di classe, nate per facilitare la comunicazione tra genitori e scuola, possono diventare un problema se non utilizzate con buon senso e equilibrio.

È l’allarme lanciato da Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, che evidenzia come queste chat possano sfuggire di mano e diventare teatro di scontri tra genitori.

“Queste chat nascono con una funzione positiva, se utilizzate in modo meramente informativo e di scambio di comunicazioni di servizio“, spiega Costarelli all’Adnkronos. “Purtroppo, molto spesso il problema sono le persone e questi gruppi diventano altro rispetto alle finalità originali”. Le chat possono diventare luogo di offese, creazione di problemi che non ci sono, e luoghi virtuali di narrazione di racconti sulla realtà della scuola.

Costarelli cita ad esempio accadimenti tra alunni di una classe, interventi di docenti nella loro normale attività di insegnamento che poi vengono raccontati, riferiti, riportati e ingigantiti. “Diventano uno strumento, anziché di aiuto, di complicazione”, afferma. In oltre 10 anni di lavoro da dirigente scolastico, Costarelli ha dovuto gestire problemi creati quasi unicamente dalla comunicazione in chat poco chiara, di problemi di facile risoluzione o addirittura inesistenti che vengono ingigantiti e amplificati.

“Per concludere, il problema non è lo strumento ma l’uso che se ne fa”, sottolinea Costarelli. “La tecnologia deve essere di aiuto e non complicare la vita. Servono buon senso ed equilibrio”.

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