Cerasa: “I veri somari sono i genitori: ricorsi al Tar, violenza, plotoni di esecuzione su Whatsapp. Occorre difendere i docenti”

La parola “somari” viene usata spesso per indicare studenti poco attenti, ma secondo Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio, la vera ignoranza non risiede negli allievi, ma in coloro che dovrebbero essere i loro esempi: i genitori.
Cerasa getta luce sulla realtà allarmante del sistema scolastico italiano, esponendo una problematica più profonda di un semplice ricorso al TAR. Emerge uno scandalo che si ripete in modo costante e quasi quotidiano, un tormento che coinvolge intere generazioni.
Le nostre aule sono il palcoscenico di una serie di minacce quotidiane rivolte a una delle professioni più importanti e rappresentative del Paese: l’insegnamento. Le violenze verbali e psicologiche contro gli insegnanti, mediatiche o anche peggio, reali, stanno diventando una prassi sconcertante. E il palco di questa violenza spesso è costituito dai gruppi WhatsApp dei genitori, trasformati in plotoni di esecuzione.
Ma chi sono realmente questi “veri somari”, come li definisce Cerasa? Non sono altro che noi stessi, genitori italiani, che, pur di difendere l’”uno vale uno” – un principio che ha faticosamente trovato il suo posto nella politica – perdiamo di vista il vero obiettivo della scuola: l’educazione dei nostri figli.
Il vero scandalo, come sottolineato da Cerasa, non è tanto negli studenti o nelle politiche scolastiche, quanto in noi genitori, troppo spesso concentrati sul confronto e l’attacco invece che sul sostegno. Siamo noi, genitori, che trasformiamo l’ossessione di far valere i diritti dei nostri figli in una lotta contro coloro che dovrebbero essere nostri alleati: gli insegnanti.
È tempo di riconoscere la crisi scolastica italiana per quello che è: un riflesso della nostra incapacità di collaborare per il bene della formazione dei nostri figli. Perché la scuola dovrebbe essere un luogo di crescita e non di guerra. È tempo di rispettare il ruolo cruciale degli insegnanti, e di riconoscere che i veri somari, spesso, non sono gli studenti, ma i genitori.