Cellulari a scuola, l’ex ministra Fedeli: “In aula solo device per l’insegnamento”
“Nell’ambito dell’autonomia scolastica i presidi nelle scuole possono decidere sull’ingresso dei telefoni cellulari, o dispositivi personali, a scuola. Se per l’esperienza didattica o per l’insegnamento agli studenti tali dispositivi non servono, allora perché farli portare in classe?”.
Così all’Adnkronos Valeria Fedeli, ex ministra dell’Istruzione, commentando la decisione della Responsabile generale delle ‘Scuole Malpighi’, istituto paritario di Bologna, Elena Ugolini, di ritirare i telefoni cellulari agli studenti all’ingresso della scuola per poi riconsegnarli al termine delle lezioni. Stessa regola vale anche per i professori.
“Sono i docenti, insieme ai dirigenti scolastici a decidere quali siano gli strumenti più adatti all’insegnamento, all’apprendimento – precisa Fedeli – e se si ritiene che i cellulari personali non sono tra questi credo sia giusto che rimangano fuori dalla classe“.
“Quando io a suo tempo avevo affrontato il tema avevo specificato che si potevano utilizzare dei dispositivi, dei device, computer o altro, solo se venivano utilizzati esclusivamente per l’appredimento. I cellulari personali è giusto che non vengano utilizzati in classe, – ribadisce Fedeli – E mi sembra anche molto corretto che anche ai docenti non venga permesso di portare in classe i cellulari personali, ritengo che il contrario sarebbe improprio“.
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