Cellulare in classe, genitori fanno ricorso e vincono contro la sospensione del figlio: “La scuola non può sospendere senza prima averli ascoltato”. Sentenza TAR Campania

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Il Tar Campania, con la sentenza 3601/2024, ha stabilito un importante precedente in materia di provvedimenti disciplinari scolastici, ribadendo la centralità del contraddittorio con i genitori, soprattutto in caso di sanzioni gravi.

Il caso riguardava un alunno di scuola secondaria di primo grado, sospeso per due giorni e impossibilitato a partecipare a un’uscita didattica per aver utilizzato il cellulare in classe. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dai genitori, annullando la sanzione.

Le motivazioni del Tar

Il Tribunale ha rilevato diverse criticità procedurali nell’operato dell’istituto scolastico. La decisione della sospensione è stata presa dal Consiglio di Classe senza un confronto preventivo con i genitori, venendo meno al principio di partecipazione e collaborazione tra scuola e famiglia. Inoltre, alla riunione in cui si è decisa la sanzione non erano presenti i rappresentanti dei genitori, violando quanto previsto dall’art. 5 del d.lgs. 297/1994. Infine, non è stata data al ragazzo la possibilità di convertire la sospensione in attività a favore della comunità scolastica, come previsto dall’art. 4 del d.P.R. 249/1990.

Un precedente importante

La sentenza del Tar Campania ribadisce l’importanza del rispetto delle garanzie procedurali anche in ambito scolastico, soprattutto quando si tratta di adottare provvedimenti che incidono sui diritti fondamentali degli studenti. Il principio del contraddittorio con i genitori, in particolare, assume un ruolo centrale: la scuola ha il dovere di informare tempestivamente la famiglia e di avviare un dialogo costruttivo prima di adottare qualsiasi provvedimento disciplinare, soprattutto se di una certa gravità.

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SENTENZA

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