“C’è ancora domani” bocciato dai saggi del Ministero della Cultura, Borioni: “È facile ragionare con il senno di poi, ma noi leggiamo solo i soggetti”
Ha fatto discutere la bocciatura del contributo al film di Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”. Il film, acclamato per la sua profonda analisi della condizione femminile nel dopoguerra, non ha ricevuto i fondi necessari per la produzione, decisione che ha sollevato non poche perplessità.
A La Stampa interviene la storica dell’arte e esperta di politiche culturali Rita Borioni. La docente, una dei 15 membri della commissione, ha affrontato le domande sulla decisione con trasparenza. Borioni ha evidenziato che la valutazione si è basata esclusivamente sui soggetti scritti, senza una visione anticipata dei film. In questo contesto, il soggetto di “C’è ancora domani” è stato giudicato inferiore rispetto ad altri, come “Rapito” di Bellocchio e “Comandante”.
Il film di Cortellesi si distingue per la sua vivida rappresentazione di Roma nel dopoguerra e l’entusiasmo femminile per la prima chiamata alle urne. La decisione di non finanziarlo ha suscitato interrogativi, in particolare sul possibile impatto del nome di Paola Cortellesi nella valutazione.